CARLALBERTO BIASINI
Cronaca

Macchinari innovativi e alta qualità E si batte la concorrenza asiatica

La ricetta della Gabel che in Valtellina produce biancheria per la casa e complementi d’arredo. Grazie a “Open Factory 2022” i visitatori hanno avuto l’occasione di scoprire la fabbrica di Buglio

di Carlalberto Biasini

È una bella storia molto lombarda quella che i visitatori hanno potuto conoscere a Buglio in Monte domenica scorsa. La storia di tre fratelli che hanno ereditato la passione per il lavoro dal padre Giuseppe Moltrasio, il quale da commerciante si era trasformato in industriale. Parliamo della Gabel, una realtà tessile che dal 1957 produce, con la stessa cura di sempre e la stessa passione, biancheria per la casa e complementi d’arredo.

La qualità nella selezione dei migliori filati (non mancano le certificazioni), la maestria dei suoi tessitori, unita a impianti tecnologici e innovativi, fanno della tessitura Gabel una realtà unica nel panorama tessile italiano. In occasione di Open Factory 2022, per la prima volta, i visitatori hanno avuto l’occasione di scoprire tutte le fasi produttive del sito valtellinese. L’impianto produttivo di Buglio si trova in un’area di proprietà del Gruppo Gabel di oltre 10.000 mq, di cui 8.500 coperti. Gli stabilimenti ospitano i reparti di preparazione e tessitura, nonché magazzini automatizzati per lo stoccaggio sia dei subbi di filato che di quelli di tessitura pronti per essere trasferiti, con viaggi quotidiani, presso la tintoria e stamperia di Rovellasca (Co).

Il primo comprende le fasi precedenti la tessitura, ma necessari perché essa possa avvenire: orditura e imbozzimatura. Il secondo una tessitura di ultimissima generazione, con 32 telai, la gran parte dei quali a tecnologia jacquard, che producono tessuti per letto, arredo, tavola e bagno, in cotone, lino, canapa e lana. Un impianto in cui si integrano perfettamente manifattura e tecnologia robotizzata, con una spiccata attenzione alla sicurezza e alle condizioni di lavoro, tanto che domenica i collaboratori si sono messi a disposizione gratuitamente, fieri del loro fare. Nelle vesti di cicerone l’ad Michele Moltrasio, che guida una realtà di 354 dipendenti (21 a Buglio, "grazie al nostro impianto realizzano quello che in India farebbero 600 operai") con 57 milioni di fatturato (il 95% grazie al mercato italiano).