Lupo ucciso allo Stelvio, il direttore: "L’ultima aggressione all’uomo 150 anni fa"

L’esperto: "Non rappresentano un pericolo e men che meno in Valle dove il loro numero è davvero esiguo per le condizioni di vita"

Un lupo è stato ucciso nel Parco dello Stelvio

Un lupo è stato ucciso nel Parco dello Stelvio

Non è una provincia a misura di lupo quella di Sondrio dove i carabinieri forestali stanno indagando sul grave atto di bracconaggio accaduto nei giorni scorsi nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, in località Pradaccio, nel territorio di Valfurva, dove un esemplare di lupo adulto è stato abbattuto con un colpo di fucile da un bracconiere.

"I lupi non rappresentano un pericolo in assoluto e men che meno in questa provincia dove il loro numero è davvero esiguo per le condizioni di vita particolarmente difficili - spiega Franco Claretti, direttore del Parco dello Stelvio - Basti dire che da noi è censito un solo branco e un paio di lupi in dispersione (si tratta dei maschi in età riproduttiva che girano da soli in attesa di formare o un branco loro dopo aver sfidato un altro lupo adulto, oppure venire uccisi ndr.) anche se il conto è probabilmente per eccesso visto quel che è accaduto nei giorni scorsi. I lupi non sono presenti in questa zona della Lombardia, ma casomai nella parte della Pianura Padana e provengono dall’Appennino. Lì però non sono vissuti come un pericolo o un problema, a differenza di quel che accade qui".

Il Parco dello Stelvio proprio all’inizio del 2023 ha avviato una serie di incontri, in collaborazione con le comunità locali, per far conoscere soprattutto alle nuove generazioni chi è il lupo e spiegare che non è un pericolo. "Basti dire che l’ultima aggressione all’uomo registrata in Europa risale a 150 anni fa e anche le presunte aggressioni ai capi in alpeggio in quota, che ogni tanto vengono denunciate, spesso alla prova dei fatti non si rivelano tali. In molti casi a sbranare le pecore non sono i lupi, ma cani che si sono inselvatichiti oppure altri animali".

Comunque i risarcimenti sono sempre concessi, così come vengono fornite le recinzioni elettrificate e aiuti per acquistare cani di grossa taglia, come i pastori della Sila e i Maremmani, che sono in grado di tenere i grossi predatori alla larga. "Il problema è che però spesso gli allevatori non ne fanno richiesta e preferiscono fare tutto da soli, oppure lasciano le greggi in quota non presidiate".