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"LECCO: Salvate Villa Eremo dal degrado - Appello degli Amici di Germanedo"

Gli Amici di Germanedo chiedono all'ASST di Lecco di salvare Villa Eremo, un edificio storico di Lecco, dal degrado. Potare le piante infestanti è la prima azione necessaria per ripristinare la bellezza della villa.

Appello degli amici di Germanedo: "Salvate dal degrado Villa Eremo"

"Salvate Villa Eremo". È l’appello degli Amici di Germanedo. Villa Eremo, che in realtà sarebbe Villa Serponti, sorge nel cuore del rione di Germanedo a Lecco. Fu realizzata nel 1690 dal marchese Serponti di Mirasole, nobile di una casata a cui si deve l’inizio dello sviluppo industriale di Lecco, tra ferriere, cartiere e mulini. Nel 1907 è passata ai Dubini che poi l’hanno ceduta al Comune di Lecco nel 1949 con la clausola che sulla sua vasta area agricola fosse realizzato il nuovo ospedale di Lecco, come avvenuto, sebbene solo tra il 1989 e il 2000. "Inutile dire quanto i germanedesi siano legati a questo edificio carico di storia e carico di valore architettonico – spiegano Nino Testi, presidente degli Amici di Germanedo, e l’esperto di storia locale Marco Bernasconi -. Basti pensare allo scalone neorinascimentale in marmo rosa presente al suo interno e alla bella ala eclettica, voluta dal compositore Gian Raimondo Serponti". Da quando Villa Eremo è divenuta proprietà dell’ex Azienda ospedaliera di Lecco ora Asst di Lecco, le sue condizioni, già abbastanza precarie, sono esponenzialmente peggiorate. Da parecchio i lecchesi stanno aspettando un progetto di rivalutazione dello storico edificio che ne ripristini la bellezza. "Il grave e precario stato in cui versa Villa Eremo non è un bel biglietto da visita per i cittadini, i visitatori della nostra città nè tantomeno per gli utenti e i pazienti del nuovo ospedale Manzoni – si appellano direttamente al direttore generale dell’Asst di Lecco gli Amici di Germanedo -. Per prima cosa, nell’ottica di un rallentamento del degrado della struttura, chiediamo che vengano potate tutte le piante infestanti che hanno invaso la corte principale e il cortile interno". Daniele De Salvo