DANIELE DE SALVO
Cronaca

La speranza dalla ricerca. Un robot per disabili

Gli scienziati del Polo territoriale di Lecco del Politecnico in campo. Un nuovo esoscheletro per rimettere in piedi chi è costretto su una carrozzina .

La speranza dalla ricerca. Un robot per disabili

La speranza dalla ricerca. Un robot per disabili

Un esoscheletro, come nei film di fantascienza. L’esoscheletro a cui stavano lavorando i ricercatori del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano però non è fantascienza: esiste già un prototipo. E non serve per film con effetti speciali: è progettato per rimettere in piedi quanti sono rimasti paralizzati in seguito ad un incidente sul lavoro. È il progetto TwinMED, finanziato dai vertici di Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, realizzato con gli scienziati della Fondazione Istituto italiano di tecnologia.

Collaborano anche i ricercatori di SensiLab, il laboratorio di Sensori e sistemi biomedicali del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, guidato dal professor Giuseppe Andreoni. Partendo dal prototipo di Twin, un esoscheletro attivo per consentire a persone paraplegiche agli arti inferiori di poter tornare a camminare per qualche ora al giorno, l’obiettivo è di realizzarne uno più innovativo e multimodale con sistemi di feedback neurosensoriali movimento-correlati: servirà per l’esecuzione di trattamenti riabilitativi completi, grazie all’integrazione di nuove funzionalità robotiche per il recupero dell’equilibrio e alla terapia basata su stimolazione del sistema muscolare e vegetativo.

Tramite l’utilizzo di nuove strategie di controllo e di sensoristica specifica, fornirà dati utili, come frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, attività elettromiografica per monitorare l’attività del paziente e personalizzarne il percorso riabilitativo. "In particolare il lavoro svolto nel nostro SensibiLab si concentra sulla progettazione e sullo sviluppo di un sistema indossabile per il monitoraggio durante l’uso dell’esoscheletro – spiega Giuseppe Andreoni - Partiamo da una robusta base acquisita da un precedente progetto, per sviluppare una maglia sensorizzata che permette un monitoraggio continuo delle contrazioni muscolari dei muscoli degli arti superiori, del tronco e del battito cardiaco di chi la indossa, consentendo un’analisi dettagliata della salute cardio-respiratoria e i corretti movimenti durante l’utilizzo dell’esoscheletro". Il progetto, alle fasi finali, potrebbe portare a un cambiamento rivoluzionario: i risultati preliminari sono promettenti.