La novità a Bergamo Alta. Torna il Coro della Basilica dopo 18 mesi di restauro

A Santa Maria Maggiore svelate ieri le preziose tarsie di Lotto e Capoferri. La squadra al lavoro di Luciano Gritti ha applicato le tecniche più innovative.

Una storia monumentale e artistica lunga cinquecento anni, tra le più importanti del patrimonio lombardo. Dopo oltre un anno e mezzo di restauri, da ieri nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo Alta si possono finalmente ammirare in tutta la loro ritrovata bellezza le preziose tarsie del Coro ligneo ideate dal pittore Lorenzo Lotto e intarsiate da Giovan Francesco Capoferri, maestro di Lovere, realizzate tra il 1523 e il 1530.

Il Coro restaurato è stato inaugurato ieri dalle autorità cittadine. Così, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il capolavoro ligneo, autentico gioiello della Basilica di Città Alta, si spalanca in tutto lo splendore delle sue tarsie con un volto nuovo, quasi senza mostrare più i segni del tempo. Committente del restauro avviato nel 2022 è la Fondazione Mia con il sostegno economico della Fondazione Banca Popolare di Bergamo con Intesa Sanpaolo.

Il restauro, frutto della certosina e paziente mano di Luciano Gritti e dei suoi colleghi di bottega, con la supervisione della Soprintendenza delle Belle Arti per Bergamo e Brescia, ha restituito intatti gli enigmatici geroglifici del Lotto e non solo. Il lavoro dei restauratori, cui è stato possibile assistere in presa diretta grazie alla partecipatissima iniziativa del “Cantiere Vivo“, ha riservato sorprese: tra queste il rinvenimento, dietro a una tarsia, di un affresco di fine Trecento raffigurante una Madonna con Bambino e la tarsia decorata da Capoferri su disegno del pittore pavese del Cinquecento Francesco Rosso, che rimanda alla storia di Caino e Abele.

Sono state applicate le tecniche più innnovative. I lavori hanno previsto il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente; la campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici; la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione; la scansione in 3D dell’intero Coro e il rilievo Cad di tutti gli elementi che lo compongono.

Michele Andreucci