La lotta contro la droga "Do senso al mio dolore"

Gianpietro Ghidini, papà del 16enne di Gavardo stroncato da una pasticca. L’ultimo appello ai ragazzi del Milanese: non perdete mai il controllo.

La lotta contro la droga  "Do senso al mio dolore"

La lotta contro la droga "Do senso al mio dolore"

di Alessandra Zanardi

GAVARDO

Un padre-coraggio da nove anni in tour contro la droga, per mettere i giovani in guardia dai rischi legati alle dipendenze. Gianpietro Ghidini è il papà di Emanuele, 16enne di Gavardo, nel Bresciano, morto il 24 novembre 2013 a causa di una pasticca di Lsd. Una "stupidata", come la chiama papà Gianpietro, è costata la vita al suo ragazzo, che quella tragica sera, uscito con alcuni amici più grandi per festeggiare un compleanno, ha accettato di provare un "acido". Quella droga sintetica, come si dice in gergo, gli è "salita male" e l’adolescente, con la mente ormai in totale cortocircuito, ha deciso di farla finita. Si è gettato nelle gelide acque del fiume Chiese, dov’è annegato. Per un’inusuale coincidenza, il tratto del fiume dove il giovane ha perso la vita era lo stesso nel quale, dieci anni prima, aveva liberato un pesce rosso.

"Quella tragica notte, davanti al fiume – ha ricordato Gianpietro, intervenuto l’altra sera a Segrate, nel Milanese, per un incontro coi ragazzi delle scuole – mi restavano solo due possibilità: o lasciarmi a mia volta inghiottire dalle acque, oppure trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo, per cercare di salvare altri ragazzi come mio figlio. È stato lo stesso Emanuele ad indicarmi la strada da seguire, apparendomi in sogno due giorni dopo la sua morte". È nata così la fondazione Ema PesciolinoRosso, con papà Ghidini che dal 2014 gira l’Italia per cercare di fare informazione e sensibilizzazione. Sono oltre 1.600, ad oggi, gli incontri in scuole, oratori, teatri e palazzetti dello sport; un intenso calendario di appuntamenti che ha raggiunto anche le spiagge della Romagna.

"Cercate di non perdere mai il controllo della vostra mente", è l’esortazione rivolta ai giovani. La stessa che il papà di Emanuele ha lanciato anche ai ragazzi di Segrate, con un invito ad evitare quelle leggerezze all’apparenza innocue, ma che possono invece nascondere rischi altissimi per sé e per gli altri. Negli anni PesciolinoRosso è diventata una community di migliaia di persone, dove genitori e giovani possono scambiarsi idee e riflessioni su temi come l’adolescenza, il futuro, la scuola. A supportare il lavoro dell’organizzazione Carolina Bocca, una mamma che ha salvato il figlio adolescente dalla droga, e Marcello Riccioni, insegnante non convenzionale ribattezzato sui social "profe strambo".