La fuga del pittore Emilio Vitali da villa che sarà di Clooney

Si rifugiò sul lago di Como dove trascorreva le vacanze e grazie ai coniugi Galetti riuscì a scappare in Svizzera

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LAGLIO (Como)

Oggi il suo nome è conosciuto in tutto il mondo grazie alla fama del suo ultimo proprietario, George Clooney, ma le stanze di Villa Oleandra racchiudono anche un’altra storia intrecciata con l’Olocausto che ha per protagonista il pittore milanese Emilio Vitali, allora proprietario della splendida dimora affacciata sul lago che la sua famiglia acquistò nel 1877. Nonostante fosse già molto famoso fin dagli anni ’30, dopo l’ammissione alla Biennale di Brera e poi di Venezia, Vitali non potè sfuggire alle leggi Raziali e da Milano si rifugiò sul lago di Como, proprio a Villa Oleandra dove trascorreva le vacanze, e con l’aiuto di alcuni abitanti organizzò la fuga della sua famiglia in Svizzera nel settembre del 1943. Una storia degna di un film, magari girato dallo stesso George Clooney, in cui un posto di rilievo lo meritano i coniugi Salvatore e Anna Galetti, che di fronte alla villa avevano il forno del pane , Augusto Taroni detto "Lenin", Andrea Ciocchini e Fernando Bonzi che organizzarono i contatti e poi la fuga, a piedi, attraverso il confine. Insieme a Emilio Vitali furono messe in salvo la madre con un’amica, la moglie e le tre figlie. Molti anni dopo per quell’atto di eroismo i coniugi Galetti, che custodirono Villa Oleandra fino al ritorno dei Vitali dalla Svizzera quando l’Italia fu liberata, furono nominati "Giusti tra le Nazioni". Una storia che è ricordata nella targa che l’amministrazione di Laglio ha apposto nel 2011 sulla facciata della casa. "Le ore 21 del 17 settembre del 1943. Lascio l’Oleandra, lascio la mia casa, che è la casa dei miei vecchi dove ho trascorso ogni anno tanti mesi, da quando sono nato – le commoventi parole scritte da Emilio Vitali nel diario – In questa casa ho visto vivere mio padre, ho visto vivere tante persone care, ora scomparse. In questa casa ho visto le mie bambine fare i primi passi. Quando ritornerò? Cosa ritroverò? È uno strappo forte. È una cosa che si spezza. È il passato con tutti i suoi ricordi che si cancella! Abbraccio la mamma che dovrò rivedere l’indomani mattina, al Roccolo sulla montagna. Saluto le persone di casa, saluto le mie stanze, gli oggetti familiari che non so se rivedrò. Li raccolgo tutti nel mio ricordo. Addio. È notte! Esco di casa, dalla mia casa..". Roberto Canali