"La cascata non è un luna park Ci sono cartelli e un regolamento"

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PIURO (Sondrio)

Una morte assurda capitata sotto gli occhi di centinaia di turisti quella di Patrizia Pepè, 42 anni di Seregno, precipitata nel primo salto dell’Acquafraggia per il desiderio di farsi un selfie. Nulla ha potuto fare il compagno della donna per riuscire a trattenerla quando l’ha vista scivolare sulle rocce, anzi anche lui è precipitato nella cascata ma per fortuna non è rimasto sfracellato dopo un volo di cinquanta metri. Il trentaseienne residente in piemonte è stato trasportato in elisoccorso per le ferite riportate e la frattura di una vertebra, ma se l’è cavata con una prognosi di 20 giorni. Nulla da fare invece per la compagna. "Espriamo il nostro cordoglio a tutti i familiari di questa donna, dispiace per quanto accaduto, ma tutto ciò deve farci riflettere sui pericoli che si possono correre – spiega il sindaco, Omar Iacomella - La montagna non è un luna park. È meravigliosa ma va frequentata con saggezza. Dalle prime ricostruzioni pare che la donna abbia scavalcato la delimitazione in acciaio e abbia attraversato la parte sommitale della cascata a piedi nudi. Cosa assolutamente vietata dal regolamento e dai cartelli segnaletici". Pensare che per tenere sotto controllo gli accessi al sito naturale dall’inizio di giugno è stato introdotto l’ingresso a pagamento. "Un anno fa ci siamo trovati a dover subire una vera e propria invasione del parco delle cascate". La coppia viveva da poco più di due anni e mezzo a Seregno in un condominio di via Torricelli 56. Patrizia Pepè lavorava in un’impresa di pulizie a Seregno. I colleghi la ricordano commossi. "Che brutta notizia. Era carina e lavorava davvero tantissimo. Per noi colleghe è davvero un grande dolore".

Ro.Can.