
Sondrio, il cda dovrà trasmettere entro il 30 settembre un piano. La banca: tutto in ordine
La Bce mette nel mirino la Banca Popolare di Sondrio. La banca centrale europea ha puntato il dito contro l’istituto di credito valtellinese che sarebbe afflitto da "gravi e significative carenze" che "incidono tra l’altro sul suo sistema di gestione del rischio di credito". Questa autentica reprimenda dell’istituto bancario centrale europeo diretto da Christine Lagarde (nella foto) è scaturita al termine di un’indagine di sei mesi sul rischio di credito condotta tra l’ottobre del 2022 e il marzo del 2023. Ma da Francoforte la comunicazione è stata spedita all’istituto di credito di Piazza Garibaldi solo ad inizio marzo, pochi giorni prima della presentazione del suo piano industriale, quel "Our Way Forward" (qualcosa di simile a "avanti per la nostra strada" o "a modo nostro") che è stata la risposta negativa al tentativo di scalata della Bper. Una tempistica che, per qualcuno, potrebbe essere quantomeno "curiosa" ma si sa che le procedure, in Italia come in Europa, vanno sempre per le lunghe.
La nota definitiva della Bce, spedita il 29 aprile dopo aver lasciato alla Bps il tempo per replicare, impartisce alla banca valtellinese una serie di "misure di vigilanza" necessarie per migliorare il "governo societario", le cui problematiche coinvolgono non solo le funzioni di risk management, compliance e audit ma anche "la struttura e il funzionamento" della dirigenza apicale, ai massimi livelli. Nel mirino anche il credito di 219 milioni che la Bps vanta nei confronti di 33 soggetti. La Bce, nella sua nota, prescrive alla Banca Popolare di Sondrio di riclassificare come "inadempienze probabili" i 219 milioni di euro di esposizioni ritenuti invece esigibili e quindi "senza problemi" o, tecnicamente, "credito performing" dall’istituto bancario valtellinese. "La motivazione alla base della gestione del rischio di credito di tali 33 debitori appare insolita se si tiene conto dell’accettazione della riduzione di valore aggiuntiva individuata dagli ispettori, accompagnata tuttavia dal rifiuto di riclassificarli a inadempienza probabile". Infine la Bps deve procedere al "potenziamento della struttura e del funzionamento del livello dirigenziale", inclusa la funzione dell’amministratore delegato affidandosi alla "valutazione" di un advisor esterno che indicherà anche la via per una nuova e più corretta organizzazione. Ha tempo sino alla fine dell’anno.
Nel frattempo ieri la banca ha specificato che le poisizioni creditorie sono già state al centro di valutazioni peraltro in corso e che se al termine di tali interlocuzioni "le posizioni creditorie dovessero essere riclassificate come crediti deteriorati, tale circostanza non comporterebbe comunque la rilevazione di significativi effetti aggiuntivi a conto economico rispetto a quelli già contabilizzati, posto che la Banca ha già provveduto ad incrementare il relativo rischio di credito nel corso dell’esercizio 2023 in linea con le richieste dell’Autorità di vigilanza". Con riferimento a ciascuno dei rilievi sulla governace la Bps ha sottolineato che ha da tempo avviato azioni e misure di rimedio che completerà nei tempi previsti. Ieri ha proceduto al rinnovo dei comitati consiliari.
Fulvio D’Eri