
Casi di rapporti di pessimo vicinato, in migliaia ogni anno arrivano in Tribunale, per non parlare, poi, di quelli dagli...
Casi di rapporti di pessimo vicinato, in migliaia ogni anno arrivano in Tribunale, per non parlare, poi, di quelli dagli esiti addirittura drammatici. Quanto accaduto in Bassa Valle la scorsa estate – ma il caldo non fu con tutta probabilità la causa scatenante – avrebbe potuto allungare la lista. "Ti sparo", "ti crocifiggo", "arriverà il tuo momento", "vi uccido i figli". Minacce, insulti, lanci di pietre e pezzi di cemento contro la casa dei vicini, ma anche frasi irripetibili nei confronti dei due carabinieri che la scorsa estate si erano recati sul posto, a Talamona, proprio in seguito a quella esplosione di furia. Non solo: rivolto ai vicini, specificò che li avrebbe ammazzati con un fucile calibro 7,65 con il silenziatore, per poi seppellirli nel giardino di casa, e riuscì pure a sputare un boccone addosso a un carabiniere e a rovesciare al collega dell’acqua da una bottiglietta che stringeva con forza mentre digrignava i denti: davvero una scena da film del terrore.
Anche una volta sull’auto dei militari dell’Arma, tratto in arresto, il vicino di casa, che nessuno vorrebbe avere, continuava a sferrare pugni al vetro del finestrino e a minacciare di morte il dirimpettaio, mimando il gesto di puntare una pistola contro di lui e proferendo le parole "ti ammazzo". Davvero troppo, tanto che l’escandescenza incontrollata è costata all’uomo, un talamonese di 53 anni, che ha ottenuto di venire processato con il rito abbreviato, una condanna a cinque mesi e dieci giorni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.
S.B.