di Milla Prandelli
Se non pioverà presto l’emergenza siccità e incendi diverrà uno dei problemi più importanti per Brescia e le sue montagne. Il lavoro dei volontari dell’antincendio boschivo della Protezione Civile e quello dei Vigili del fuoco, in questi giorni, è estenuante. Terminata una emergenza ne ricomincia un’altra, tanto che ormai la conta degli ettari bruciati è altissima: oltre 700 da inizio anno e ben più di 300 in meno di dieci giorni.
L’ultimo rogo segnalato è quello che si è scatenato ieri a Paisco Loveno, andato ad aggiungersi a quelli di Sonico, Vezza d’Oglio e Valvestino. Ieri sono stati impiegati, su tutte le montagne bresciane, decine di operatori, sei elicotteri e due canadair.
A coordinare le operazioni, oltre alle Comunità Montane di Valle Camonica, Valle Sabbia e del Garda Bresciano, sono stati due direttori di operazioni di Spegnimento. La conta dei danni è drammatica. Se non è ancora possibile calcolare quanto bosco sia andato perso a Paisco, a Sonico sono finiti in cenere 100 ettari, a Valvestino 130 e a Sonico 150.
"Domani verranno messi ancora in campo mezzi (se possibile due elicotteri) e uomini per continuare il lavoro, nella speranza che i focolai non abbiano questa notte sfoghi acuti – dice il sindaco di Sonico Gian Battista Pasquini- Qualcuno chiede i costi delle operazioni che si stanno conducendo! Ebbene sono molto elevati, dato il numero di mezzi e uomini messi in campo. Chiunque li paghi sono costi a carico di tutti!! Questo dovrebbe far pensare il “piromane“ che ha appiccato il fuoco, ma anche quelli che, con la necessità di pulire prati e boschi, usano le fiamme per distruggere le sterpaglie.
Attenzione il fuoco con questa siccità non è controllabile e ognuno deve farsi carico di responsabilità evitando qualsiasi desiderio di accensioni per qualsivoglia motivo".