Il voto? È sul teleriscaldamento

Mazzo, Tovo e Lovero hanno inviato un questionario ai cittadini per il progetto a biomassa

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Il teleriscaldamento a biomassa vergine ha fatto il pieno di consensi anche a Mazzo, Tovo S.Agata e Lovero. Presenza massiccia sabato sera, nella sala della Cooperativa Melavì di Tovo S. Agata, per l’assemblea organizzata appositamente dalla Fiper (Federazione italiana produttori energia da fonti rinnovabili) per spiegare ai cittadini interessati la funzionalità, i costi e i benefici del teleriscaldamento a biomassa vergine.

Tre settimane fa gli abitanti dei tre Comuni del Tiranese hanno ricevuto un questionario per testare il loro interesse nei confronti di questa nuova fonte di calore, già presente in maniera massiccia a Tirano. Il tiranese Walter Righini, presidente della Fiper nazionale, ha snocciolato un po’ di numeri del sodalizio che rappresenta 96 impianti di teleriscaldamento a biomassa, 125 di biogas agricolo per un uso di 800.000 tonnellate di biomassa legnosa utilizzata e una minor emissione di anidride carbonica che si attesta intorno alle 430.000 tonnellate.

"Noi – dice il sindaco di Mazzo Franco Saligari (anche a nome dei sindaci di Tovo S. Agata e Lovero) - abbiamo accolto molto favorevolmente il progetto di realizzazione e l’introduzione del teleriscaldamento a biomassa vergine sul nostro territorio. Archiviato il progetto gas, per il quale ero piuttosto contrario, questo relativo a questo tipo di riscaldamento è un progetto molto valido. Questa è la direzione giusta, perché in futuro bisogna promuovere le energie rinnovabili, a basso impatto ambientale". Niente paura per i boschi. "No, assolutamente, perché i boschi ne trarrebbero dei benefici. Il taglio, innanzitutto, è selettivo e dobbiamo ricordare che il bosco cresce ogni anno di 4 metri cubi per ettaro. A Mazzo, Tovo e Lovero abbiamo circa 1000 ettari di bosco da poter utilizzare. La vita del bosco va dai 40 ai 60 anni e quindi ciclicamente le piante vanno tagliate. Nel frattempo ne crescono altre… e così via". L’iniziativa porterebbe tanti benefici. "Innanzitutto ci saranno più posti di lavoro, i proprietari dei boschi potrebbero vendere la biomassa in cambio di energia e poi non dobbiamo dimenticarci i grandi vantaggi a livello ambientale. Ricordo che, secondo molti studi, la legna è il materiale più economico per produrre energia". Ma il progetto partirà? "Nelle prossime settimane analizzeremo gli oltre 100 questionari che, inviati a tutta la cittadinanza, sono stati compilati dai cittadini. Ovviamente ci deve essere una buona fetta di popolazione interessata, poi si può partire e crescere piano piano".

Fulvio D’Eri