Il tunnel dei turisti finisce a Roma "Assurdo che si paghi un pedaggio"

Livigno, l’avvocato Ernesto Confortola ha sollevato il caso dei balzelli salati per il transito nella galleria "La società privata svizzera che lo gestisce pretende anche un contributo da parte del Comune".

"Assurdo si paghi un pedaggio per il transito nel tunnel “Munt la Schera“, lungo 3,5 km nel quale transitano ogni anno oltre 320mila veicoli, tanti di turisti dal Nord Europa". Il caso del collegamento fra Livigno e la Svizzera è stato sollevato dall’avvocato Ernesto Confortola che l’ha studiato a fondo e portato "sui tavoli dei ministri a Roma, della Regione e del governo elvetico". Il tunnel è gestito dall’"Engadiner Kraftwerke AG, la quale lo considera inspiegabilmente un’opera di sua proprietà, per cui pretende un esorbitante pedaggio, limitando o impedendo in diversi periodi dell’anno il passaggio. La Società ha “imposto” al Comune di Livigno la stipula di “protocolli d’intesa” per ottenere il concorso economico nella gestione del tunnel".

L’origine dell’infrastruttura è nella Convenzione tra Italia e Confederazione per l’utilizzazione dello Spoel. Le vie di comunicazione preesistenti all’invaso non erano gravate da pedaggi. "La Svizzera - ricorda - nel designare Officine Elettriche dell’Engadina S.A. di Zernez come concessionaria per lo sfruttamento delle acque dello Spoel, in esecuzione alla convenzione, ha prescritto dei precisi obblighi, come ripristinare la viabilità e non ha accordato poteri di imporre pedaggi. Ogni diversa determinazione poi assunta dalla concessionaria, d’intesa con il Comune, con il cosiddetto “accordo di Lugano” del 1963, non può considerarsi conforme alle disposizioni dettate dalla convenzione italo-svizzera del 1957. E ciò non tanto per la circostanza che rispetto alla viabilità originaria (stradetta di collegamento tra il Ponte del Gallo e la Drossa) è stata prevista una diversa soluzione con l’utilizzazione del tunnel, quanto perché quest’ultima soluzione ha portato a gravare il transito con un pedaggio, di importo esorbitante". Confortola si è posto il problema di capire a che titolo una Società privata potesse disporre di una strada ad uso pubblico, con piena libertà di decidere gli orari di apertura e di imporre dei pedaggi. "Nell’ordinamento giuridico italiano - ricorda Confortola - le strade ad uso pubblico, sono beni demaniali appartenenti allo Stato o agli Enti territoriali e i diritti demaniali sono riconosciuti allo Stato e a detti Enti anche quando vengono esercitati su fondi privati. Non è stato trovato un atto che riconosca all’E.K.W. AG un rapporto di concessione di una strada pubblica. Va detto che un rapporto di concessione non potrebbe assolutamente prevedere un pedaggio. L’E.K.W si è impegnata a garantire “l’apertura del tunnel per 5 anni, dal 01012019 al 31122023, ad orario continuato, 24 ore su 24”, ma a fronte di tale impegno, peraltro in gran parte disatteso, ha preteso dal Comune di Livigno a copertura dei presunti maggiori costi un contributo annuale “di 250mila euro”". Michele Pusterla