Il poeta-operaio racconta l’alienazione in fabbrica

Il libro "Trucioli" di Matteo Rusconi denuncia le condizioni di lavoro attuali confrontandole con l'era fordista. Il reading alla casa circondariale di Pavia venerdì alle 15 mette in luce la realtà operaia e la lotta per una società migliore.

La vita della fabbrica con le sue frenesie e le sue alienazioni entra in un luogo in cui il tempo è scandito in modo diverso, perché si contano i giorni che separano dalla libertà. Ma anche in carcere, come in fabbrica e nelle moderne aziende tecnologiche, ci sono scenari, geografie e varie umanità. Il mondo del lavoro sarà raccontato venerdì alle 15 alla casa circondariale attraverso un reading tratto da Trucioli, il libro di Matteo Rusconi. Un’opera di denuncia.

"Il tornio è movimento, produce 20 pezzi all’ora, ma se spingo di più potrei farne una piccola scorta - sostiene l’autore -. Il tornio e io siamo in movimento costante". Rusconi, nato a Lodi nel 1979, dopo il diploma all’istituto tecnico industriale Volta, ha iniziato a lavorare nel settore metalmeccanico, venendo così a contatto con la realtà operaia.

"Il tornio è musica" dice Rusconi e la musica suonata al pianoforte da Alessandro Abatiello accompagnerà il reading.

La condizione del lavoratore oggi sembra non essere tanto diversa in alcuni tratti dall’era fordista nei suoi esordi. Gli scenari, le geografie, le umanità cambiano, ma le condizioni persistono nella loro essenza. L’Io poeta emerge e si impone su un contesto che invece tende ad appiattire le capacità cognitive in favore di quelle meccaniche.

Rusconi dimostra come sia attuale la definizione di “poeta operaio“ coniata negli anni Sessanta da Pier Paolo Pasolini per indicare i lavoratori in grado di capirne più di ogni altro il carattere alienante e di superarlo, in versi di denuncia che prospettano una società migliore.

Manuela Marziani