
Non accennano a sbiadirsi i colori arcobaleno che sabato pomeriggio hanno tinto il capoluogo di Pride, il primo di...
Non accennano a sbiadirsi i colori arcobaleno che sabato pomeriggio hanno tinto il capoluogo di Pride, il primo di sempre ad essere organizzato in provincia, per di più con una risposta che ha sorpreso gli stessi organizzatori e in clima di sola festa, senza disordini di sorta, neppure da parte di chi, per mesi, è andato avanti sui social con una crociata a colpi post omofobi e offensivi. Stranamente il livore acceso non è sceso in strada, come invece hanno fatto i 1.600 che hanno cantato, ballato, ma anche preso la parola e ascoltato gli interventi che si sono succeduti in Garberia, dove è approdata la sfilata partita dal Policampus.
"Mai vista tanta gente a Sondrio manifestare in modo così numeroso e pacifico per i diritti. Il primo Pride della Valtellina e della Valchiavenna è stato una giornata straordinaria, in cui diritti e amore hanno dato vita ad un’unica, grande festa di libertà. Il Comune di Sondrio, dove si è tenuta la manifestazione, ha perso un’occasione a non aderire e sinceramente non ne comprendiamo le ragioni. Chiederemo una copia della risposta data dal sindaco Scaramellini" osserva Michele Iannotti (foto), segretario provinciale del Pd nonché consigliere comunale di minoranza nel capoluogo.
Su 77 inviti ufficiali inoltrati via Pec da Valtellina Arcobaleno Aps alle amministrazioni valtellinesi contenenti la richiesta di gratuito patrocinio al Pride, 75 Comuni nemmeno hanno ritenuto di rispondere, mentre Sondrio e Dubino lo hanno fatto. Dicendo no, però. La risposta in compenso sabato è arrivata dal basso, dalla società civile. "Come Partito democratico della provincia vogliamo ringraziare chi con l’impegno e la passione ha reso possibile questo appuntamento storico – sempre Iannotti - Il Pride ha rappresentato un momento prezioso di visibilità, di rivendicazione di diritti e di costruzione di una comunità più inclusiva e accogliente: un seme che, ne siamo certi, continuerà a crescere e a sbocciare anche qui, nelle nostre valli. Difendere i diritti delle persone Lgbtqia+ significa difendere la libertà di tutte e di tutti. Il Valtellina-Chiavenna Pride segna l’inizio di un cammino che riguarda l’intera comunità: un segnale forte che i diritti non hanno confini geografici e che la nostra provincia vuole essere parte attiva di questo percorso". S.B.