FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

Il “paradiso dei golosi“, 55 anni da festeggiare

Riaperta al pubblico la storica pasticceria di Bormio. La famiglia Pozzi: "Oggi, come allora, con la stessa immutata passione"

I festeggiamenti della famiglia Pozzi con tutto lo staff della pasticceria

I festeggiamenti della famiglia Pozzi con tutto lo staff della pasticceria

La storica pasticceria Pozzi spegne 55 candeline e, dopo un bel restyling, si presenta “più golosa“ che mai per celebrare al meglio il suo compleanno. Tempo di festeggiamenti a Bormio. Dopo quelli per i 200 anni della costruzione della strada dello Stelvio, la Magnifica Terra ha festeggiato il restyling della pluripremiata pasticceria Pozzi di via Roma, che ha iniziato a deliziare i palati di residenti e turisti fin dal lontano 1970.

Iniziata da Ketty Ericini e Mario Pozzi - genitori di Massimo e di Roberto Pozzi, quest’ultimo nel cuore di tutti i bormini e prematuramente scomparso nel 1998 - l’attività è stata portata avanti con gli stessi valori, competenza e dedizione, dal figlio Massimo, unitamente alla moglie Sara e ai loro due figli Desy e Roberto. Nei giorni scorsi, il “Paradiso dei Golosi“, così come viene chiamata la pasticceria Pozzi, è stato riaperto al pubblico, rinnovato e più attraente che mai, con un momento di convivialità e di gioiosa partecipazione.

Parole di elogio e di sprone a continuare - per almeno un altro mezzo secolo - in questa direzione, da parte dell’assessore allo Sport Samanta Antonioli, così come da parte di don Del Curto che, dopo avere benedetto la struttura, ha voluto sottolineare quanto di spettacolare e "goloso" viene creato dalle mani e dalle "sapienti menti" di tutto lo staff Pozzi (Alfredo, da ben 35 anni valente e importante collaboratore, Roberta, Marzia, Desy e Roberto), coordinato da Massimo e Sara.

Cerimoniere della bella, semplice e ben riuscita inaugurazione, è stato lo speaker bormino Silvio Mevio, che ha concluso la breve cerimonia con la frase tanto cara alla famiglia Pozzi: "Oggi, come allora, con la stessa e, soprattutto, immutata passione".

Fulvio D’Eri