Il medico di base si trasferisce Trecento assistiti in difficoltà

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Il dilemma è quasi un dubbio amletico: seguire il medico fino a San Paolo, a sei chilometri di distanza, raccattando un passaggio alla bisogna da parenti e amici, o tentare la fortuna e provare a sperare di trovare un posto tra gli altri medici presenti nel Comune, finché durano? Lo stanno sperimentando sulla loro pelle 350 mutuati di Borgo San Giacomo, visto che dall’1 gennaio uno dei 4 medici formalmente assegnati al Comune ha deciso (legittimamente) di restare solo a San Paolo, per riuscire a ottemperare a tutti gli impegni professionali in corso. Una storia sin troppo ordinaria per la medicina territoriale, che, nonostante tutte le promesse fatte durante il Covid (quando si è resa evidente la centralità di medici di medicina generale e pediatri), sconta ancora troppi problemi (eccesso di burocrazia, retribuzioni meno appetibili di altre specialità) che portano ad avere pochi medici rispetto alle necessità di una società che invecchia.

Il risultato sono situazioni come quella di Borgo San Giacomo, dove su 4 medici solo uno è dedicato interamente al Comune (5500 residenti sparsi tra diverse frazioni), mentre gli altri 3 sono “condivisi“ con altri Comuni, con la possibilità che, oberati dal lavoro, possano scegliere di restare in una sola sede. "Noi facciamo di tutto per portare i servizi territoriali sulla porta di casa delle persone – commenta il sindaco Giuseppe Lama – e poi questa è la situazione della medicina territoriale. Abbiamo chiesto al dottore di poter garantire una presenza anche minima nei nostri ambulatori, e sono sicuro che lo farebbe, ma la sua situazione professionale non glielo consente".

Il primo cittadino ha già sentito Ats Brescia, ma non ci sono altre soluzioni: i mutuati possono confermarlo e andare nell’ambulatorio di San Paolo oppure cambiare medico. "Ma gli altri hanno già numeri elevati di assistiti. Il problema è soprattutto per gli anziani, che hanno difficoltà a muoversi in autonomia. Un’altra confusione e disturbo ai cittadini, proprio a Natale, e un’altra prova del disastro della medicina territoriale in Lombardia". F.Pa.