FEDERICO MAGNI
Cronaca

I mondi di Carlo Mauri a 90 anni dalla nascita

Una mostra allestita fra le mura di Castel Masegra di Sondrio permette di viaggiare con l’alpinista esploratore lecchese

di Federico Magni

Bigio: alpinista, esploratore e giramondo di altri tempi: il suo sguardo intenso rifletteva la grande determinazione che avevano gli scalatori della sua epoca. Quando da un piccolo rione di Lecco si partiva alla conquista delle montagne più belle e difficili del pianeta. Se fosse ancora qui Carlo Mauri oggi avrebbe novant’anni e tante avventure ancora da raccontare. Morì dopo un attacco di cuore il 31 maggio del 1982, mentre saliva la via ferrata del Pizzo d’Erna. Di “mondi” ne ha esplorati molti ed ecco allora che per l’importante anniversario una preziosa mostra permette a tutti di viaggiare con lui attraverso immagini, parole e oggetti. È stata inaugurata ieri fra le mura di Castel Masegra a Sondrio la rassegna dedicata a Carlo Mauri per il novantesimo anniversario dalla nascita. “Carlo Mauri - I mondi” è il titolo della rassegna allestita a Cast, il Castello delle storie di montagna. "Amo molto questa mostra - ha spiegato Francesca, figlia di Carlo Mauri, ieri all’inaugurazione - Il nostro obiettivo è quello di arrivare non solo agli alpinisti, ma a tutti coloro che non conoscevano la figura di mio padre. È una mostra di emozioni e di artisti che fa bene in un momento così grigio per chi ha certe sensibilità". Oggi come allora il Bigio resta un esempio, un mito per molti che hanno seguito le sue orme. Tra le sue prime ascensioni sulle Alpi si ricordano in particolare la prima invernale della via Cassin, sulla parete nord della Cima ovest di Lavaredo, con Walter Bonatti, nel 1953, e la prima solitaria della via Poire, sul versante della Brenva del Monte Bianco, nel 1959. Il suo era un mondo inesplorato. Una delle sue imprese più belle resta sicuramente la “prima” del GIV in Pakistan nel 1958.

In cordata con l’amico Walter Bonatti, guidati da Riccardo Cassin, raggiunsero la vetta di 7.925 metri per la prima volta lungo una via che a distanza di 62 anni non è ancora stata ripetuta. È stato celebrato soprattutto per le sue imprese alpinistiche ma era molto di più di uno scalatore. Proprio come l’amico Bonatti spostò presto lo sguardo sul mondo selvaggio: attraversò l’Oceano Atlantico su un’imbarcazione di papiro, viaggiò in Patagonia, lungo il Rio delle Amazzoni, a cavallo sulla via della seta. Organizzata dal Comune di Sondrio con Francesca Mauri e Paolo Vallara la mostra potrà essere visitata fino al 10 gennaio 2021, dal giovedì alla domenica, dalle ore 10 alle 18, con ultimo ingresso alle ore 17.