I “cari“ dipendenti comunali costano mezzo miliardo

I contribuenti più tartassati a Milano, i lecchesi sborsano 7 milioni di euro

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I dipendenti pubblici delle città lombarde costano più di mezzo miliardo di euro ogni anno. Per pagare gli stipendi a tutti coloro che lavorano nelle amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia, servono 501 milioni 986mila 124 euro e 70 cents. Quasi 479 milioni sono per le buste paga dei lavoratori municipali con un contratto a tempo indeterminato, gli altri 23 per chi è assunto con contratto a termine. A tirare le somme sono i ricercatori della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, che hanno realizzato un report per i colleghi dell’agenzia di stampa Adkronos, e stilato anche una sorta di rating, in stile analisti finanziari di Moody’s o Standard & Poor.

Il conto più salato ai dipendenti comunali lo pagano ovviamente i contribuenti di Milano, che investono per i lavoratori di Palazzo Marino 335.384.106,7 euro, una cifra valutata BB. Il Comune di Lecco è considerato invece il migliore tra le amministrazioni dei capoluoghi lombardi, con una spesa di poco superiore ai 7 milioni di euro, di cui solo 23mila per pagare stipendi di dipendenti a termine, un mix che vale una doppia A. Di contro il Comune di Mantova, dove si spendono poco più di 10 milioni e mezzo, ha la pagella più bassa, con una C. A Bergamo gli stipendi dei dipendenti municipali ammontano a 21 milioni di euro, che valgono una B; 39 milioni a Brescia a cui è assegnata una B; poco meno di 17 milioni a Como (A); 14milioni e mezzo a Cremona promossa con una B. Il Comune di Lodi spende 4 milioni e mezzo; quello di Monza 20 milioni che equivalgono a una tripla B; Pavia 13 milioni (A); Sondrio meno di 4 milioni che corrispondono a una B; il costo degli stipendi dei dipendenti dell’amministrazione comunale di Varese infine è di 16 milioni e mezzo che in scala di rating sono una BB. "Il Centro Ricerche della Fondazione analizza tutti i dati finanziari ufficiali e, attraverso algoritmi di ricerca scientifica, individua potenziali sprechi, ovvero spese critiche nei conti pubblici – spiegano da Adnkronos -. Le spese dell’ente in relazione alle singole voci vengono confrontate con il benchmark di riferimento. Il rating, che si basa esclusivamente su dati contabili oggettivi scevri da qualsiasi valutazione discrezionale, assegna alla migliore performance la tripla A, mentre alla peggiore viene attribuita la lettera C".

Daniele De Salvo