Guerra della bresaola: Rigamonti sponsor del Brescia, Sondrio rifiutato

Il gruppo ha deciso di sostenere le Rondinelle e non la società che riparte dopo il fallimento

Brescia, il presidente Cellino insieme al mister Filippo Inzaghi

Brescia, il presidente Cellino insieme al mister Filippo Inzaghi

Bresaola di traverso in diversi ambienti sportivi in Valtellina, dopo l’annuncio, giovedì, di un importante accordo fra lo storico Salumificio Rigamonti, con sede a Montagna, e il Brescia Calcio di cui diviene main sponsor. La società delle Rondinelle, militante nel campionato di Serie B, avrà da questa stagione la scritta sulle magliette dell’azienda-leader nel mondo nella produzione dell’insaccato-simbolo della Valtellina. Soltanto un paio d’anni fa è tramontata, dopo circa 28 anni, l’era-Mostacchi per assoluta mancanza di imprenditori disposti a sostenere il club biancoazzurro del capoluogo, spazzato via dalle mappe del calcio e che, dopo un anno di assoluto stop, ripartirà ora dalla più modesta Promozione, rispetto al diritto, allora, a disputare la Serie D nazionale.

«Da un’importante azienda della Valle anche se la proprietà non è più locale - afferma Enrico Sonvico, uno dei supporter del “Grup Sasela” sempre presente negli anni allo stadio della Castellina - ci si sarebbe aspettati un aiuto, prima di tutto, a una squadra del nostro territorio. Comprendo che si tratti di una scelta aziendale e di un altro palcoscenico, quello dove si è deciso di investire capitali, rispetto a quello della Serie D. Ma una mano potevano darla e, invece, ora, siamo costretti a ripartire in grandi difficoltà. Avrebbe potuto, il Salumificio, sostenere adesso l’attuale presidente Rigamonti, bello sarebbe stato abbinare i due nomi. Speriamo in un futuro in un ripensamento della fabbrica di breasole". Sulla questione interviene anche il sindaco di Sondrio, Marco Scaramelli, che della società è stato prima calciatore e poi dirigente. "Non mi permetto di giudicare - spiega - guardo in avanti, chissà che nasca una collaborazione con il Brescia: l’auspicio è che, da parte di un’impresa che va sul territorio nazionale a spendere a favore dello sport, investa anche in quello della sua patria, ossia qui. Al di là, ad esempio, del contributo alla Wine Trail, in un momento in cui lo sport minore ha forte bisogno dopo il dramma pandemico". Più duro, invece, un altro leader della tifoseria azzurra, Carlo De Luis: "Avevamo lanciato appelli, sui giornali e in tv, all’imprenditoria locale, per evitare la fine che, invece, ha poi fatto il Sondrio, e la Rigamonti ci ha fortemente deluso. Poteva aiutare e non lo ha fatto. Ci vorranno anni per risalire in Serie D, una categoria nazionale, e questa impresa avrebbe potuto sostenere anche il progetto-Sondrio. Invece spende a Brescia".