Grosotto, c'è un alpeggio che divide il Comune

La minoranza in Consiglio comunale, guidata dal capogruppo Tiziano Trinca Colonel, prende posizione in merito alla vicenda dell’assegnazione

C'è un alpeggio che fa discutere

C'è un alpeggio che fa discutere

Grosotto 13 maggio 2015 - Anche la minoranza in Consiglio comunale, guidata dal capogruppo Tiziano Trinca Colonel, prende posizione in merito alla vicenda dell’assegnazione, attraverso asta pubblica, della gestione dell’alpeggio comunale Alpe Piana, andato all’azienda agricola che non solo ha presentato l’offerta economicamente più bassa ma i cui titolari sono parenti del sindaco Guido Patelli. Un caso denunciato dal presidente della Latteria turnaria di Grosotto Angelo Trinca Colonel, presente al momento dell’apertura delle buste dell’asta pubblica. L’importo base per l’affitto annuale dell’Alpe è stato stabilito in 3.000 euro. Tre i concorrenti che hanno partecipato: un’azienda agricola della provincia di Brescia che ha offerto 23.333 euro, un’azienda di Berbenno con un’offerta di 8.780 euro e un’azienda di Grosotto che ha presentato un’offerta di 3.050 euro. «Siccome il bando stilato dalla Giunta comunale ha previsto un’aggiudicazione attraverso punteggio, è risultata favorita l’azienda di Grosotto che ha offerto di meno, facendo così perdere al Comune, e quindi al paese, delle risorse e delle entrate economiche», aveva detto il presidente della Latteria. Il consigliere di minoranza Trinca Colonel sottolinea che in merito alla «correttezza delle procedure amministrative adottate credo si esprimeranno presto ben più autorevoli figure e in più sedi. Altro invece è l’aspetto politico della questione. La vicenda potrebbe essere riassunta nella battuta di una nota pubblicità: piace vincere facile! È innegabile che l’offerta di soli 50 euro in rialzo faccia sorgere il dubbio che il risultato era, per così dire, abbastanza scontato. Il fatto poi che questa offerta sia arrivata da una azienda avente legami parentali col sindaco, certamente, almeno dal punto di vista etico, non da una bella immagine dell’amministrazione grosottina. Il tutto se possibile è reso ancor meno digeribile dal fatto che le altre offerte presentate erano nettamente superiori a quella risultata vincente, creando così un mancato introito al Comune certamente non irrilevante».