Grand Hotel, rinascita a ostacoli Opere abusive da demolire slitta l’intervento di recupero

Brunate, l’albergo che incarnava la Belle Èpoque sul Lario doveva essere pronto per Expo. Non è andata così. Il segretario prefettizio: ora trenta giorni per rimettere tutto a posto

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Non è nata sotto una buona stella la ristrutturazione dello storico Grand Hotel Milano di Brunate, uno degli alberghi che segnarono la Belle Èpoque del borgo che sorge sopra Como quando, alla fine dell’800 costruirono la funicolare che divenne un’attrazione irresistibile per i milanesi. Progettato nel 1910 dall’architetto Achille Manfredini, lo stesso che ha ideato il Grand Hotel De Milan, l’albergo di lusso fu gestito fino allo scoppio della Seconda Guerra da Luigi Nardi, poi divenne rifugio per gli sfollati quando bombardavano su Milano ma non qui perché il confine con la Svizzera era troppo vicino. I tempi difficili iniziarono nel dopoguerra con la crisi turistica e nel 1982 il Grand Hotel fu costretto a chiudere i battenti come albergo per riconvertirsi nella sede dell’Accademia di meditazione del movimento Maharishi.

Nel 1999 lo stabile fu venduto e iniziò un lungo periodo di degrado e abbandono, culminato nel 2012 con un incendio che danneggiò gravemente la struttura. In quell’anno la Tresorel Srl di Firenze del gruppo Holes&Resort Italia acquisì l’immobile per rimetterlo a nuovo e restituirlo alla sua originaria vocazione di hotel di lusso. Secondo il progetto i lavori si sarebbero dovuti concludere per Expo, ma le difficoltà nell’ottenere il benestare dalla Soprintendenza fecero slittare il via. A novembre 2022 sono state individuate irregolarità a carico di aziende che stavano lavorando. L’ultima brutta tegola qualche giorno fa, con l’ordinanza del segretario prefettizio Delia Nicotra che impone la demolizione di alcune opere ritenute abusive. Si fa riferimento a un fabbricato costruito vicino alla cabina dell’Enel e una scala che consente di scendere in piazza Bonacossa. La proprietà avrà tempo 30 giorni per rimettere tutto a posto. Roberto Canali