Giovani malati psichici, c’è un progetto

Un progetto multidisciplinare dell'Asst Valtellina e Alto Lario mira ad aiutare adolescenti con disagi psichici, con interventi tempestivi e coordinati tra ospedali, territorio, famiglia e scuola. La dottoressa Lorella Rossi guida gli specialisti nell'individuare segnali di sofferenza e definire percorsi di cura personalizzati.

Giovani malati psichici, c’è un progetto

Giovani malati psichici, c’è un progetto

Un progetto multidisciplinare per aiutare gli adolescenti con disagi psichici. È quello attuato dall’Asst Valtellina e Alto Lario per affrontare al meglio, con professionalità un bisogno emergente questa problematica che, purtroppo, è sempre più presente nei giovani e giovanissimi.

Un programma multidisciplinare, la rete fra ospedali e territorio, con la definizione del miglior percorso di cura possibile. L’Asst Valtellina e Alto Lario ha elaborato quindi un progetto per rispondere ai disagi psichici che sono aumentati dopo la pandemia, aggravando la situazione. Nei giorni scorsi si è tenuto il primo degli incontri tra gli specialisti: a coordinarli c’è la dottoressa Lorella Rossi, direttore del reparto di Pediatria dal febbraio 2018, in pensione dall’autunno scorso, alla quale è stato affidato un incarico di libero professionale in virtù dell’esperienza maturata e dei casi di minori con acuzie psichica affrontati proprio negli ultimi anni all’ospedale di Sondrio. "Sono in costante aumento le situazioni che giungono all’attenzione dei servizi a causa di una fase acuta di sofferenza con una repentina perdita delle capacità di compenso del ragazzo e della sua famiglia – dice Lorella Rossi -. Si tratta perlopiù di adolescenti con necessità complesse, spesso con esperienze di grave trauma o deprivazione, per i quali il momento della manifestazione acuta di disagio rappresenta l’occasione per attivare interventi di cura in grado di modificare la storia clinica e la prognosi. Le potenzialità di adeguati interventi preventivi migliora notevolmente con la tempestività e con l’azione congiunta di una rete di servizi strutturata e coordinata, della famiglia e della scuola. Gli ambienti in cui i ragazzi trascorrono la gran parte della loro giornata rappresentano infatti i contesti privilegiati per identificare e decifrare i segnali di sofferenza e di disagio".

Il percorso in via di definizione prevede l’inquadramento diagnostico, la valutazione del rischio, l’individuazione dei punti di forza individuali e ambientali, gli obiettivi del trattamento. Nei casi in cui si rendesse necessario, il ricovero ospedaliero avverrà in contesti appropriati per età e specificità clinica, nel reparto di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza e, in assenza di posti disponibili, in Pediatria o, per i ragazzi più grandi, in Psichiatria.

Si lavora quindi alla creazione e condivisione di specifiche procedure, alla messa in atto di adeguate modificazioni strutturali dei reparti di degenza e alla creazione di percorsi di formazione mirati. Fulvio D’Eri