Sondrio – "Le Olimpiadi non arriveranno più. Saranno nel 2026, meno di due anni. Incomincio a essere pentito di averlo fatto, (di aver promosso l'evento, ndr) perché ne sento la responsabilità''. Sono le parole del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l'incontro con le categorie economiche presso la Camera di Commercio di Sondrio. L’assegnazione dei Giochi Invernali 2026 è avvenuta ufficialmente il 24 giugno 2019 quando nelle votazioni allo Swiss Tech Convention Center di Losanna la candidatura di Milano-Cortina batté la quella svedese di Stoccolma-Åre.
“Il tempo si accorcia terribilmente e diventa quasi impossibile da rispettare il calendario”
"Non voglio dare colpe a nessuno - afferma - ma guardo quello che abbiamo fatto e quello non abbiamo fatto, mancano due anni alle Olimpiadi, il conto dei giorni che passano continua a ridursi, il tempo si accorcia terribilmente e diventa quasi impossibile da rispettare il calendario”.
"Mancano solo due anni”
''Se lo spirito imprenditoriale non sa cogliere questa occasione che si viene a creare… - ha aggiunto il ministro -. Penso al turismo e al rinnovamento dell'offerta turistica. Se lo spirito imprenditoriale non viene attivato adesso, quando viene riattivato? Mai più''. ''Non dobbiamo nascondere che sono passati governi ma dal 2018 al 2024 che abbiamo fatto? Mancano due anni - ha ribadito Giorgetti -. Purtroppo qui il conto dei giorni che mancano continua a ridursi e il tempo necessario per fare le opere infrastrutturali si accorcia terribilmente e diventa quasi impossibile da rispettare''.
"Era una battuta, voleva essere uno stimolo”
Più tardi Giorgetti ha precisato che quella sulle Olimpiadi (il fatto di essersi “pentito” per i Giochi ndr) “era una battuta, voleva essere uno stimolo”. “Oggi ho letto che è stato firmato l'appalto per la posta da bob, è una bella notizia, piano piano le cose si muovono". "Era una battuta tesa a stimolare tutti i protagonisti - ha aggiunto - perché se si guardano le date, il tempo trascorso e quello che manca, c'è sempre meno tempo. Non e' come qualsiasi altra opera in cui si dice 'vabbé c'è un ritardo, dispiace' e finisce li'. Qui c'è una data e se non siamo pronti per quella data finisce tutto. Quindi e' una responsabilità per il Paese”.
Il tabellone all’ingresso della Valtellina
Nel corso del suo intervento a Sondrio l’esponente leghista aveva anche lanciato una proposta provocatoria: "Mettiamo sulla strada all'ingresso della Valtellina un bel tabellone elettronico con il conto dei giorni che mancano, per renderci conto del senso di urgenza necessario, cosi' magari a qualcuno viene l’ansia”.