Giacomo Ceruti senza segreti al museo Serlini

Giacomo Ceruti  senza segreti  al museo Serlini

Giacomo Ceruti senza segreti al museo Serlini

Uno scritto autografo, l’unico giunto fino a noi, che racconta la rocambolesca partenza di Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, da Brescia (nella foto, un suo autoritratto). Il documento sarà al centro della conferenza in programma al Museo d’arte Sorlini di Calvagese della Riviera, giovedì 8 giugno, durante la quale Giuseppe Merlo, archivista, storico dell’arte e funzionario dell’Archivio di Stato di Brescia, parlerà dei contenuti e delle scoperte connesse all’importante lettera scritta e firmata dal Pitocchetto. Datata 9 gennaio 1733 e ritrovata dallo stesso Giuseppe Merlo all’interno del fascicolo processuale depositato in Archivio di Stato insieme all’intero archivio del Pio Luogo Casa di Dio, è l’unico documento autografo di Ceruti a noi giunto. Il documento chiarisce le ragioni della partenza da Brescia definendone la data certa: il suo ritrovamento ha portato gli storici dell’arte a rivedere la datazione di molte opere del pittore bresciano d’adozione.

Fino al 30 luglio, per gentile concessione dall’Archivio di Stato di Brescia, la lettera si trova eccezionalmente esposta al pubblico nella mostra ‘PerDiana! Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto’, al Museo di Calvagese. A leggerne il contenuto è proprio la registrazione della voce di Giuseppe Merlo, lungo l’allestimento che mixa voci, suoni e musiche scelti per permettere allo spettatore di calarsi nell’epoca del pittore. Dopo la "precipitosa fuga, Ceruti giunse a Bergamo, poi a Padova fino a Venezia", dove, a contatto con la pittura dei grandi Maestri veneti, aggiornò lo stile al gusto dell’esigente committenza locale. La mostra al MarteS documenta tale evoluzione dalla fase pauperistica al Ceruti pittore di Storia, di cui la lettera è uno snodo. F.P.