Frontalieri in rivolta, la tassa della salute? Una questione di metri

Sondrio, i sindacati chiedono l’elenco dei municipi entro i 20 chilometri dalla frontiera. L’accordo amichevole del dicembre 2023 tra Italia e Svizzera non convince.

Un’affollata riunione di lavoratori frontalieri organizzata in Valtellina

Un’affollata riunione di lavoratori frontalieri organizzata in Valtellina

I frontalieri continuano la loro mobilitazione per superare la norma sulla tassa della salute e per chiedere il rispetto integrale degli accordi Italia-Svizzera in tema di fiscalità. Nelle numerose assemblee tenutesi nel corso delle ultime settimane, anche in provincia di Sondrio, tutte caratterizzate da una grande partecipazione, i lavoratori frontalieri ritengono essenziale determinare una volta per tutte e senza più equivoci quali siano i Comuni di frontiera, quelli entro i 20 chilometri. Norma importante perché la nuova norma definisce lavoratore frontaliere quello residente in uno stato contraente che è fiscalmente domiciliato in un Comune il cui territorio si trova, totalmente o parzialmente, nella zona di 20 km dal confine con l’altro stato contraente. E questa della determinazione dei Comuni di frontiera è una problematica che interesse parecchio i lavoratori valtellinesi.

«È inoltre necessario – sostengono le sigle sindacali, da Cgil a Cisl, dalla Uil alla Unia, alla Ocst e Syna - condividere con la confederazione elvetica, urgentemente, l’elenco dei Comuni di frontiera secondo quanto stabilito nell’accordo amichevole del 22 dicembre 2023 tra Italia e Svizzera per la determinazione dell’area dei 20 km dal confine, superando ogni interpretazione unilaterale dei Cantoni che alterano lo status di frontalieri, l’erogazione dei ristorni fiscali, le definizioni del recente nuovo accordo fiscale, le consuetudini determinate dal chiarimento della risoluzione 38/E del 2017 dell’Agenzia delle entrate. L’iniziativa unilaterale del Canton Ticino ha determinato una vera e propria alterazione nel sistema della ripartizione delle risorse agli enti locali, e della tassazione ai vecchi frontalieri in particolare nella provincia di Sondrio. Il Governo italiano, d’intesa con Berna, deve al più presto correggere tale errato orientamento".

Inoltre i frontalieri hanno manifestato il loro dissenso per l’introduzione della cosiddetta "tassa sulla salute nell’ultima legge di bilancio e la grande preoccupazione in merito alle iniziative unilaterali dai due Paesi in distonia con gli accordi bilaterali sottoscritti". Su questi temi e con questi obbiettivi proseguirà la mobilitazione dei sindacati a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici frontalieri.