In Ticino diminuisce il numero dei frontalieri: effetto dei nuovi accordi fiscali tra Italia e Svizzera

Como, il numero dei lavoratori è passato da 79.664 a 78.738 (meno 1%). Lavorare oltreconfine per i neo assunti è sempre meno conveniente

Si stanno facendo sentire gli effetti della nuova normativo fiscale

Si stanno facendo sentire gli effetti della nuova normativo fiscale

Como – Gli effetti del nuovo accordo fiscale concluso a luglio dell’anno scorso tra Italia e Svizzera iniziano a farsi sentire, ma probabilmente non nella maniera che i due Stati si erano auspicati. Per la prima volta da tre anni a questa parte infatti il numero dei frontalieri in Canton Ticino è in diminuzione: passato da 79.664 a 78.738. Il dato, diffuso dall’Ufficio federale di statistica elvetico fotografa l’andamento dell’occupazione nell’ultimo trimestre del 2023, ma anche al netto del calo fisiologico legato alla fine dei contratti stagionali legati al turismo e alle ripercussioni dovute all’inflazione la riduzione è più che significativa.

Misurata in termini percentuali la contrazione è pari all’1% della forza lavoro italiana impegnata oltreconfine e soprattutto il calo è in controtendenza con il resto dello Svizzera dove l’occupazione continua a crescere, addirittura del 3,5%. "Sono i primi effetti dell’entrata in vigore del nuovo accordo sulla tassazione dei lavoratori con permesso G – spiega Andrea Puglia, responsabile dell’Ufficio frontalieri per il sindacato elvetico Ocst –. Fino al 17 luglio dello scorso anno era ancora possibile assumere queste persone con le vecchie condizioni di imposizione fiscale, che per loro erano assolutamente agevoli, mentre a partire dal 18 dello stesso mese è entrato in vigore un sistema di tassazione più severo e penalizzante".

In base alla nuova intesa, che vale solo per i nuovi assunti e non per i vecchi frontalieri che continueranno a conservare il loro regime fiscale fino alla pensione, i lavoratori pagheranno le imposte alla fonte in Svizzera fino all’80% del reddito imponibile, e dovranno dichiarare il resto in Italia, a fronte di una franchigia di 10mila euro. In pratica lavorare in Svizzera per i nuovi frontalieri è sempre meno conveniente, soprattutto per i meno qualificati che accedono con la paga base.

Per i professionisti l’alternativa è trasferirsi a vivere in pianta stabile oltreconfine, usufruendo dei benefit e le agevolazioni che vengono concesse dallo Stato o anche dalle aziende private sotto forma di agevolazioni contributive e assicurative, fondamentali in un sistema che prevede buona parte delle prestazioni sanitarie a pagamento.