REDAZIONE SONDRIO

Finanzieri a processo Le intercettazioni sotto la lente dei giudici

Fra gli imputati un imprenditore trait d’union fra Gdf e aziende

È entrato nel vivo ieri il processo per i finanzieri della Compagnia di Brescia lo scorso novembre finiti in carcere per presunta corruzione. Imputati, i luogotenenti Cosimo D’Agnano e Alessandro Cerri con l’appuntato scelto Gioacchino Pontrelli, gli imprenditori Alessandro Bondoni, Bruno Primerano, Roberto Taino, ma anche l’ex sindaco di Travagliato Domenico Paterlini, titolare di una farmacia fallita e di alcune imprese.

Tra gli imputati, anche il commercialista 62enne Massimo Bulgari - coinvolto pure dall’indagine anti ‘ndrangheta Atto finale - sotto processo però in abbreviato: per il professionista l’accusa ha chiesto una condanna a 5 anni e 4 mesi e si attende la sentenza a novembre. Stando al pm Donato Greco i pubblici ufficiali in cambio di mazzette e regali hanno ammorbidito i controlli, consultato banche dati riservate, fatto indebite soffiate, ricevendo contanti (o promesse di contanti) favori e regali vari (tra cui medicinali e prodotti di parafarmacia, sedute di aerosol e visite oculistiche) per circa 50mila euro. Davanti ai giudici - presidente, Maria Chiara Minazzato - sono sfilati i primi testi dell’accusa, la polizia giudiziaria. Cuore dell’inchiesta, le numerose intercettazioni, telefoniche ed ambientali’.

“Cimici“ e microcamere piazzate nello studio del commercialista Bulgari avrebbero registrato un sospetto andirivieni di imprenditori e finanzieri, in visita costante e protagonisti di pause pranzo condivise. "Dai che rientriamo da tutto quello che abbiamo perso" direbbero intercettati D’Agnano e Pontrelli in riferimento a una presunta un’offerta di 20mila euro. "Bulgari era il trait d’union tra imprenditori e finanzieri" ha dichiarato un ufficiale della pg. B.R.