
Il giorno dell’Epifania, aveva gravemente ferito la moglie, assestandole un colpo di spada all’addome. Ora Roberto Lusenti, comasco di 41 anni che era finito in carcere per tentato omicidio, ha trovato con il pubblico ministero un accordo di patteggiamento a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Una quantificazione della condanna che sfiora il minimo della pena, e che dovrà essere valutata dal giudice per stabilirne la congruità, ma intanto all’uomo sono stati concessi gli arresti domiciliari. I motivi di quell’aggressione non sono mai stati del tutto chiariti. Lusenti pare stesse vivendo un periodo di difficoltà emotiva, ma non risulta che i rapporti con la moglie, 55 anni, fossero problematici. Quel giorno l’aveva aggredita quasi improvvisamente, impugnando una delle quattro o cinque sciabole che teneva in casa e colpendola all’addome, in un punto vitale, mentre farneticava frasi senza apparente senso. La vittima era stata operata d’urgenza e poi ricoverata per un periodo non breve, perché quella ferita con cui era arrivata al pronto soccorso del Sant’Anna, era peggiorata poco alla volta, diventando sempre più preoccupante. "Non mi ricordo niente di quei momenti" aveva detto Lusenti un paio di giorni dopo al giudice, che aveva convalidato il suo arresto e deciso che sarebbe rimasto in carcere. Il suo avvocato, Francesca Binaghi, durante le indagini, ha cercato di far emergere lo stato confusionale in cui il 41enne si trovava al momento dell’aggressione, che sarebbe stato causato da una difficile situazione momentanea. Ora è stato trovato l’accordo con il sostituto procuratore Giuseppe Rose, che ha già formalizzato il parere favorevole. Dovrà però essere il giudice, anche valutando le condizioni della parte offesa, a stabilire se quella condanna può essere ritenuta corretta. Pa.Pi.