DANIELE DE SALVO
Cronaca

Ex Vismara di Casatenovo, recupero naufragato. Il nuovo centro storico? Un sogno

Al posto dei promessi negozi, uffici, parcheggi, spazi pubblici per socializzare i capannoni di un’area dismessa mentre l’impianto industriale rinnovato è stato traslocato altrove

 

"L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare". Se la riqualificazione del centro storico di Casatenovo fosse il Tour de France del 1947, i cittadini di Casatenovo sarebbero Gino Bartali, mentre i proprietari della Vismara al traguardo degli Champs Elysee vestirebbero la maglia gialla di Fausto Coppi, aiutato a rimettersi in sella nel momento di peggior difficoltà proprio dal Gigante delle montagne salvo poi lasciarlo indietro. A distanza di 16 anni dalla firma in pompa magna, l’accordo regionale sulla delocalizzazione dello stabilimento dello storico marchio di insaccati in cambio della realizzazione del centro storico di Casatenovo, è ufficialmente naufragato.

Mentre un nuovo impianto della Vismara è una realtà consolidata, il nuovo centro storico resta un miraggio: nel cuore del paese al momento ci sono solo capannoni diroccati dismessi della Spa della mortadella e dell’ex farmaceutica Vister, invece di case, negozi, uffici, strade, parcheggi e spazi pubblici non c’è traccia. Hanno dovuto prenderne atto i componenti del Consiglio di vigilanza: l’assessore lombardo al Territorio Pietro Foroni, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann e il sindaco Filippo Galbiati.

"È stato raggiunto l’obiettivo prioritario dell’accordo, la rilocalizzazione della Vismara a Sant’Anna", spiega il sindaco. Gli unici ad aver rispettato i patti sono i soci di una delle tre società coinvolte, cioè l’immobiliare Davero, mentre i vertici di Vismara alle prese con una procedura fallimentare e Immobiliare Casataneovo no. "Si chiude l’accordo di programma", sentenziano con un verdetto all’unanimità il sindaco, la sua vice Marta Como, il capogruppo di maggioranza Fabio Crippa e i capigruppo di minoranza di Più Casatenovo Marco Pellegrini e Christian Perego del Movimento 5 Stelle. Ai proprietari inadempienti lanciano un ultimatum: hanno 90 giorni per sottoscrivere convenzioni per dare seguito al piano concordato, pagare le fidejussioni, bonificare le loro aree con l’amianto e demolire i ruderi.