NICOLETTA PISANU
Cronaca

Corruzione in Comune. Chiesti sei rinvii a giudizio. Il sindaco: io innocente

Il caso di Vigevano, oggi in tribunale la parola alle difese

Il sindaco Andrea Ceffa con il suo legale Luca Angeleri ieri all’ingresso in tribunale

Il sindaco Andrea Ceffa con il suo legale Luca Angeleri ieri all’ingresso in tribunale

La Procura ha chiesto sei rinvii a giudizio, una condanna con rito abbreviato e ha dato parere favorevole a un patteggiamento durante l’udienza preliminare, davanti alla giudice Daniela Garlaschelli, per l’inchiesta sul presunto giro di corruzione a Vigevano. Coinvolti come indagati il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, attualmente sospeso e ai domiciliari, l’ex europarlamentare Angelo Ciocca, l’imprenditore Alberto Righini e la sua compagna Alice Andrighetti, l’ex consigliera comunale Roberta Giacometti, l’ex amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Veronica Passarella, il direttore amministrativo di Asm Vigevano e Lomellina Alessandro Gabbi, l’ex amministratore unico di Vigevano distribuzione Matteo Ciceri. Andrighetti ha chiesto di essere giudicata con rito abbreviato, l’accusa ha chiesto la condanna a due anni di reclusione. Passarella invece ha chiesto di patteggiare una condanna a un anno e dieci mesi. I filoni di indagine sono due. Il primo riguarda la “congiura di Sant’Andrea“ del 30 novembre 2022, un presunto tentativo di corruzione per far cadere la giunta di Ceffa.

Nel secondo invece viene contestata al sindaco il tentativo di corruzione, tramite un incarico di consulenza fittizio per Asm, dell’allora consigliera Giacometti per rendere più salda la sua maggioranza. Una consulenza che non sarebbe stata realmente necessaria ad Asm, ma volta a garantire un guadagno alla consigliera. Ceffa ieri ha fatto spontanee dichiarazioni in udienza, negando ogni addebito e sottolineando di aver svolto la sua attività di buon amministratore, di aver presentato lui l’esposto alle autorità appena venuto a sapere della “congiura“ e che non aveva motivi oggettivi di corrompere Giacometti perché era sempre stata in linea con la maggioranza. Anche Ciocca ha fatto dichiarazioni, negando l’accusa di aver partecipato alla tentata corruzione per far cadere la Giunta ma anzi di aver tentato di avvisare che era in corso una raccolta firme contro il sindaco. Si torna in aula oggi per la discussione delle difese.