SARA BALDINI
Cronaca

Ex Falck, battaglia in aula. Il Comune: sicurezza carente. Non c’è stata una vera bonifica

In tribunale ascoltati i consulenti tecnici d’ufficio: illustrati i sopralluoghi tra il 2016 e il 2019. Il sindaco di Novate Mezzola: gestione lacunosa. Ma Novate Mineraria respinge le accuse .

Ex Falck, battaglia in aula. Il Comune: sicurezza carente. Non c’è stata una vera bonifica

Fausto Nonini, sindaco di Novate

"Un intervento incompleto che non può essere consierato di bonifica". Lunga udienza, ieri, presso il Tribunale di Sondrio, cruciale nell’ambito del procedimento penale legato al caso Ex Falck di Novate Mezzola e della discarica del Giumello a Samolaco per cui il Comune di Novate e varie associazioni si sono costituiti parte civile. Al centro la messa in sicurezza dell’area sotto la quale erano stati accumulati scorie e materiali di risulta contenenti cromo esavalente, a diretto contatto con il terreno e con la falda. Sono stati ascoltati i Consulenti tecnici d’ufficio (Ctu) che hanno illustrato le risultanze di analisi documentali, sopralluoghi e accertamenti condotti tra il 2016 e il 2019 e depositati a loro firma sotto forma di perizie acquisite agli atti. È stato poi sentito il perito di parte di Novate Mineraria, Cristiano Pozzi, che ha motivato le ragioni per cui ritiene Novate Mineraria estranea ai fatti.

L’avvocato del Comune di Novate Mezzola, Claudio Linzola, ha provveduto a effettuare domande per chiarire i punti salienti. "Le irregolarità emerse, che spaziano dalla mancata realizzazione delle opere previste alle soluzioni alternative non conformi, mettono in luce una gestione gravemente carente del progetto di messa in sicurezza, che di fatto non può essere considerato un intervento di bonifica – ha commentato il sindaco Fausto Nonini –. A ciò si aggiunge una rete di campionamento e monitoraggio inadeguata con evidenti criticità metodologiche che hanno portato, probabilmente, a sottostimare un problema di vasta portata. Questi fattori, combinati, non solo non hanno garantito la sicurezza per i cittadini e per l’ambiente, ma sembrano aver risposto unicamente agli interessi di chi intende sfruttare tali aree per fini industriali. Un quadro così allarmante richiede una revisione integrale delle attività svolte, con l’obiettivo di accertare le responsabilità, nonché dichiarare che tali siti non possono essere ritenuti bonificati e garantire, finalmente, interventi concreti per la tutela del territorio e della salute pubblica".