Incidenti in montagna: "Troviamo turisti nei ghiacciai con scarpe adatte alla città"

Dopo la raffica di incidenti in quota interviene l’esperto

Luca Maspes, conosciuto come Rampik

Luca Maspes, conosciuto come Rampik

Sondrio, 27 luglio 2017 - Gli interventi per soccorrere escursionisti inesperti ormai, sono all’ordine del giorno. C’è chi si addentra sui ghiacciai con scarpe da tennis, pantaloncini e maglietta (come accaduto sabato allo Stelvio a un uomo di 52 anni di Monza, salvato in grave stato di ipotermia, perché caduto in un crepaccio). Chi si perde per i boschi e non riuscendo a trovare la strada chiede l’intervento dei tecnici (in Val Belviso domenica). Ma la montagna non va affrontata senza una adeguata preparazione, come spiega Luca Maspes, conosciuto come Rampik, guida alpina da più di 20 anni, iscritto al Collegio regionale Guide alpine Lombardia: «L’ambiente della montagna va rispettato: non si può trattare alla stregua di un centro sportivo indoor dove praticare un’attività in pieno controllo. E’ il regno dalla natura, che offre gioie, felicità ma anche tante incognite che vanno valutate senza pensare che allenamento e attrezzatura siano sempre sufficienti».

Le ultime estati molto calde hanno richiamato in montagna un gran flusso di persone dalle città. «In tanti si improvvisano alpinisti, leggono un itinerario sul web, con tempi e indicazioni dettagliate, e partono fidandosi delle informazioni di persone che magari hanno rischiato tanto senza rendersene conto. Prima di partire vanno valutate situazioni di difficoltà improvvisa (cambi di itinerario, cattivo tempo, stanchezza…)». E poi avvengono gravi infortuni: «Non stupisce l’aumento di incidenti e di situazioni particolari, è una conseguenza dell’aumento del numero di frequentatori delle montagne e della possibilità che oggi si ha di poter chiamare con il cellulare da ogni dove. Come causa di alcune disavventure può esserci anche la scarsa preparazione. In aggiunta a questo, strade e impianti di risalita portano sempre più vicino all’alta montagna. Il turista non se ne rende conto e spesso lo troviamo con scarpe da città tra i crepacci di un ghiacciaio».

Situazioni che sarebbero facilmente evitabili, ad esempio, con l’ausilio di guide alpine: «Tra le nazioni alpine forse solo in Italia è considerato quasi un disonore prendere una guida, come se l’attività alpinistica non fosse una cosa da imparare attraverso gli insegnamenti di professionisti che vivono la montagna tutti i giorni. La guida ha un costo come qualsiasi istruttore di qualsiasi attività, ma rispetto al passato, oggi è più «maestro» che «accompagnatore»: nell’accompagnamento trasmette un bagaglio di competenze fondamentali per andare in montagna», conclude Maspes.