Dopo la tragedia di Suviana, tutti i timori della Valtellina: “Servono più controlli”

Sondrio, il Coordinamento per il grande idroelettrico dell’arco alpino scrive al presidente Mattarella: “Serve un adeguamento delle competenze dell’ente ministeriale di sorveglianza delle dighe”

Strage Suviana: cosa è successo, i punti ancora da chiarire

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Il Coordinamento per il grande idroelettrico dell’arco alpino e appenninico scrive al presidente Mattarella. Per il sodalizio la sicurezza dell’impiantistica idroelettrica deve essere una priorità nazionale. Il comitato, composto tra gli altri anche dal valtellinese Renato Cardettini, ha spedito nei giorni scorsi una missiva nella quale pone l’attenzione sui rischi derivanti da una mancanza di manutenzione del territorio. A scanso di equivoci e senza fare allarmismo, bisogna dire che la "salute" delle dighe e degli gli impianti, presenti in provincia di Sondrio, è costantemente monitorata e in tal senso "non ci sono pericoli. Ma sui controlli di canali e condotte si può e si deve fare di più, coinvolgendo un ente terzo".

"Il recentissimo evento calamitoso di Suviana ha portato all’attenzione l’aspetto della sicurezza di tali impianti – dicono dal comitato -. Vorremmo enfatizzare il fatto che non si tratta unicamente di una questione, peraltro serissima, di sicurezza sugli impianti di lavoro. Gli impianti coinvolti sono infatti costituiti da opere quali dighe e centrali, ma anche da condotte di adduzione e di scarico, oltre che da elettrodotti quasi mai interrati. I rischi connessi con l’esistenza e l’esercizio di tali manufatti gravano sui territori circostanti. L’evoluzione del modello operativo dei Concessionari a seguito del decreto Bersani del 1999 ha comportato, tra le altre conseguenze per i territori, un abbassamento della priorità effettivamente (non dichiaratamente) attribuita alla questione sicurezza".

Il coordinamento pone le autorità apicali del Paese di fronte "all’inderogabile e stringente responsabilità di fermare l’andamento peggiorativo dei rischi che coinvolge lavoratori, popolazione, ambiente, beni di grande valore economico e strategico". Per porre un rimedio si indica un approccio coordinato che poggia su due linee principali: "da una parte l’ampliamento e l’adeguamento delle competenze dell’Ente ministeriale di sorveglianza delle dighe le cui prescrizioni saranno immediatamente esecutive a pena dell’immediata revoca della Concessione. Per quanto risulta, infatti, le sole dighe sono soggette a verifiche periodiche da parte di tale Ente ministeriale che ne assicura l’affidabilità, ma esso non ha competenze su nessun altro elemento del sistema impianto idroelettrico".

Inoltre i bandi di gara per il rinnovo di tutte le concessioni "dovranno porre la questione sicurezza come assoluta priorità, persino a monte delle esigenze socio economiche ed ambientali di salvaguardia dei territori".