FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

L’uranio torna a far paura: "Investiamo su altre fonti"

Orobie e Val Vedello sotto la lente dopo le aperture al “nucleare sicuro“. Italia Nostra: "L’emergenza energetica è attuale. Meglio le rinnovabili" .

La Val Vedello sul versante orobico nel Comune di Piateda Qui si trova un giacimento del prezioso minerale

La Val Vedello sul versante orobico nel Comune di Piateda Qui si trova un giacimento del prezioso minerale

L’uranio delle Orobie sondriesi e bermasche ritorna a far gola dopo tanti anni. Regione Lombardia, infatti, ha spedito un avviso di istanza, una comunicazione formale, al Comune di Piateda e agli altri soggetti coinvolti, a cominciare dalla Provincia di Sondrio, per il permesso di ricerca mineraria per uranio e minerali associati. L’istanza, invece, è della Canoel Italia, azienda che opera soprattutto nel campo della ricerca e recupero dell’uranio e che ha chiesto quindi a Regione la possibilità di farlo nella Val Vedello, posta appena sopra i 1.000 metri di altezza sul versante orobico nel Comune di Piateda.

La Val Vedello, alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli ’80, è stata oggetto di lavori di prospezione, quelli utili per individuare eventuali giacimenti, che diedero esito positivo, confermando la presenza di giacimenti di uranio, considerati all’epoca i più grandi d’Italia. Poi tutta la querelle contro il nucleare, bandito in Italia dopo il referendum del 1987, ha di fatto messo in soffitta qualsiasi discorso sull’uranio in Val Vedello. Ora è ritornata in auge dopo le aperture al nucleare sicuro. "Noi di Italia Nostra – dice Antonio Muraca, ex presidente della sezione sondriese di Italia Nostra e ora membro del collegio dei probiviri a livello nazionale – non siamo contrari a priori all’estrazione di uranio, purché sia strettamente monitorata e avvenga con alti standard di sicurezza senza stravolgere la valle, il suo ecosistema e il paesaggio, evitando la produzione di scorie dannose. Il tema del nucleare è oggetto di profonda riflessione e riconsiderazione all’interno di Italia Nostra. Abbiamo convenuto che il nucleare, per il quale fummo tra i firmatari nel 1978 per il referendum sulla sua abolizione, è oggi molto più sicuro rispetto a 50 anni fa. Tuttavia, pur riconoscendone la sicurezza, l’energia nucleare risulta obsoleta e non rappresenta una soluzione in grado di risolvere la domanda energetica green nel breve periodo. Per far funzionare una centrale nucleare, infatti, bisognerebbe investire parecchio denaro oggi per avere la prima produzione di energia, nel migliore delle ipotesi, tra 20 anni. Le tempistiche sono troppo lunghe e la nostra posizione è chiara: l’emergenza energetica è attuale. Riteniamo che sarebbe meglio convogliare tali investimenti nello sviluppo di energie rinnovabili alternative e più ecologiche, che possono essere realizzate con le stesse risorse economiche e che, tra 20 anni, potrebbero aver reso la tecnologia nucleare superata da fonti più economiche e meno impattanti".