Dietro front di Acsm sulla terza linea: "Solo un’idea"

L’amministratore delegato Soldani ha spiegato che per ora si tratta di "una fase preliminare"

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Dopo la mobilitazione e gli appelli, contro, degli ambientalisti e le perplessità avanzate dal Comune anche Acsm Agam sembra aver frenato sulla terza linea del termovalorizzatore a La Guzza, che tanto ha acceso gli animi a partire dall’estate scorsa, quando per la prima volta trapelò la volontà di ampliare l’impianto e potenziarlo per bruciare i fanghi da depurazione. La società è sempre interessata alla realizzazione dell’opera, per la quale è pronta a investire 50 milioni di euro, ma almeno per ora non sembra intenzionata a forzare la mano. "Siamo in una fase preliminare - ha messo le mani avanti l’amministratore delegato Paolo Soldani, incalzato nella Commissione ambiente di Palazzo Cernezzi dai verdi nettamente contrari al progetto - Noi abbiamo iniziato un percorso di ascolto dal mese di settembre del 2021. Adesso stiamo raccogliendo indicazioni e pareri. Solo dopo, considerati tutti i fattori emersi, decideremo se fare e presentare uno studio di impatto ambientale e il progetto definitivo. Ad oggi non abbiamo chiesto alcuna autorizzazione a livello regionale". Rassicurazioni che però non sono servite a tranquillizzare le associazioni ambientaliste che da mesi sono mobilitate contro il progetto.

"Non dubito che il nuovo impianto, qualora venisse fatto rispetterà ogni norma così come i limiti sulle emissioni inquinanti - ha preso la parola Enzo Tiso, presidente del Circolo ambiente Angelo Vassallo - Ma avremo comunque delle emissioni che si andranno ad aggiungere a quelle che da 53 anni ricadono su Como e sull’area intorno al sito della Guzza. Solo dal 2005 è stato eseguito un monitoraggio continuo dell’atmosfera. Il territorio è già gravato, forse sarebbe meglio fare uno studio epidemiologico”.