REDAZIONE SONDRIO

In tv l’omicidio in famiglia: "Ma il delitto non c’è stato"

Una puntata del programma ambienta il crimine a Dazio, in Bassa Valle di FRANCESCA NERA

Un’immagine del paese tratta dal programma

Dazio (Sondrio), 25 marzo 2016 - Un killer insospettabile e una vittima innocente. Un delitto consumato in famiglia: una famiglia chiusa in se stessa, avvolta nella fede e confinata in una piccola realtà di montagna. È la trama agghiacciante della storia raccontata in una puntata dello scripted reality «Sangue del tuo sangue», in onda su DPlay e canale Nove. Con tanto di nomi e cognomi, ricostruzioni dettagliate, interviste a testimoni, inquirenti e approfondimenti affidati ad un’esperta criminologa. A fare da sfondo alla vicenda è la ridente comunità di Dazio con i suoi sentieri, le case e gli scorci incantanti. Peccato che a Dazio non ci sia mai stata treccia di un episodio tanto efferato. Tanto meno possa essere patria del suo assassino e della giovane vittima di cui gli abitanti negano l’esistenza.

Il sindaco di Dazio, Antonio Cazzaniga (National Press)

«I personaggi che vengono nominati non esistono o comunque non hanno mai abitato in paese - racconta un residente -. L’intera vicenda di un professore universitario, padre di due gemelle di cui una barbaramente accoltellata, non è mai avvenuta. Si tratta senza dubbio di uno di quei format televisivi importati dall’America in cui tutto è finzione». Eppure, sul sito del programma, la dicitura è chiara: «È uno scripted reality che racconta vicende realmente accadute attraverso ricostruzioni e interviste».

Il cadavere della ragazza rinvenuto nelle acque del lago di Como il 30 novembre 2010 e il suo assassino condannato a 30 anni di carcere in primo grado: alcuni riferimenti della vicenda farebbero pensare a un delitto realmente consumato seppur con protagonisti e location ben diversi da quelli illustrati nella puntata del programma. Resta il fatto che lo scorrere delle immagini di Dazio non ha certo entusiasmato i residenti. «Quanto mostrato nel filmato non rappresenta di sicuro una bella vetrina per il nostro paese - dichiara Antonio Cazzaniga, primo cittadino di Dazio -. Di sicuro un ritorno negativo in termini di immagine soprattutto per una località che punta molto sulla sua vocazione turistica».