Da Sondrio a Davos sugli sci: "Sos per il Pianeta"

L’impresa di cinque giovani, originari del Varesotto, che tra due settimane partiranno per raggiungere il World Economic Forum in Svizzera

Giovanni Montagnani, promotore della spedizione

Giovanni Montagnani, promotore della spedizione

Sondrio, 4 gennaio 2020 -  Attraversare le Alpi con gli sci per protestare contro la crisi climatica. É l’idea originale di cinque giovani del Varesotto che partiranno tra due settimane da Sondrio per raggiungere Davos, in Svizzera, in concomitanza col “World Economic Forum” in programma dal 21 al 23 gennaio.

«Con una piccola banda di scalmanati andremo a Davos con gli sci, per protesta contro tutto il greenwashing", commenta Giovanni Montagnani, trentenne promotore dell’iniziativa. Il bersaglio principale della protesta sarà quindi il “greenwashing”, un neologismo che indica la strategia comunicativa di certe imprese finalizzata a dare un’immagine di sé positiva sotto il profilo della sostenibilità, per distogliere l’attenzione dal loro effettivo impatto ambientale. "L’idea – commenta Montagnani – è di promuovere il concetto che le multinazionali inquinanti inizino a pagare per i danni che provocano. Invece di trovarsi in Svizzera a farsi belli con i loro progetti di rivoluzione del capitalismo".

A partecipare alla spedizione che partirà da Sondrio, oltre a Giovanni anche Luca Fontana, fotografo di montagna, Marco Tosi, guida alpina, Michele Dondi e Raffaele Dalle Fratte. "Siamo originari tutti del Varesotto – spiegano – e inizialmente avevamo pensato di partire dalla Val di Fratta, ma un tragitto di quel tipo, che ci avrebbe portati ad attraversare buona parte della Svizzera, sarebbe stato decisamente troppo impegnativo. Abbiamo quindi scelto Sondrio come città di partenza, perché le comunità alpine risentono maggiormente dei cambiamenti climatici. Con la nostra azione vogliamo anche evidenziare che lo sci alpinismo è un’attività in estinzione, saremmo potuti andare a Davos in bici, ma questo potremo farlo anche fra 15 anni, a differenza dello sci. La nostra passione più grande sta scomparendo per colpa della frenesia della società dei consumi, per colpa delle multinazionali che per accumulare profitti stanno distruggendo il pianeta".

Montagnani tiene a precisare, inoltre, che la sciata di protesta è stata pensata per dare una visibilità mediatica ai movimenti ambientalisti come “Friday For Future” ed “Exctinction Rebellion”, "perché – come ha sottolineato – solo collettivamente si possono cambiare veramente le cose". Dopo il fallimento dei negoziati della COP25, infatti, i movimenti ambientalisti globali spingono per un 2020 all’insegna dell’attivismo concreto. Il gruppo di giovani sciatori italiani dimostra di condividere pienamente l’urgenza della situazione: "A chi crede che stia esagerando con la questione “ambiente” – conclude Montagnani – consiglio di guardare cosa sta succedendo in questi giorni in Australia".