
di Emmanuela Tubelli
Non si placano le emozioni per Andrea Pozzi, il fotografo valtellinese cui di recente è andato un importante riconoscimento nell’ambito del BBC Wildlife Photographer of the Year 2020, concorso internazionale di fotografia naturalistica ad oggi considerato il più autorevole nel panorama mondiale. L’apice di un periodo di grandi gioie, Pozzi lo ha raggiunto il 13 ottobre quando ha preso virtualmente parte alla cerimonia di premiazione andata in onda in diretta streaming dal Natural History Museum di Londra e che ha definito come un momento di "impatto gigantesco", nonostante l’assenza di un evento fisico dovuta alle attuali norme anti-Covid. Per la prima volta dall’istituzione del contest nel 1965, infatti, la premiazione – che ha visto l’annuncio, da parte di Kate Middleton in persona, del vincitore assoluto del concorso, il russo Sergey Gorshkov – si è svolta in modalità digitale.
“The forest born of fire“, realizzata da Andrea Pozzi nel 2019 nelle foreste vergini del Cile nel corso di una delle sue esplorazioni in solitaria, è stata selezionata, assieme ad altre cento immagini, tra le migliaia di opere in gara e premiata come Highly Commended nella categoria “Plants and Fungi“. Uno scatto straordinario, capace di restituire a pieno la bellezza dell’autunno australe attraverso i colori infusi da filari di alberi regolari che sembrano quasi dipinti.
Dalle parole dell’artista originario e residente a Bormio, traspare tutto l’orgoglio per il traguardo raggiunto, che pure non arresta la sua determinazione nel puntare sempre più in alto: "Questo premio, ambitissimo, è considerato un punto d’arrivo nella carriera di un fotografo naturalista, eppure io non lo vivo assolutamente come tale. Per me è solo uno straordinario punto di partenza!". Alla passione per l’arte fotografica si unisce quella per i viaggi, che ha portato Andrea in giro per il mondo nelle vesti di guida, sino allo stop temporaneo imposto dalla pandemia. Proprio poco prima del lockdown, infatti, ha fatto ritorno a Bormio, sua città d’origine, dopo un’affascinante esperienza siberiana. Da qui, in attesa della prossima avventura, prosegue la propria attività locale, mai del tutto abbandonata, con workshop, mostre, eventi e tour con i quali accompagna fotografi naturalistici alla scoperta degli scorci più belli dell’Alta Valtellina. L’opera del trentaseienne è ora esposta al Natural History Museum nell’ambito di una mostra dedicata proprio alla collezione WPY 56 e che, da Londra, si sposterà poi in giro per il globo, arrivando a toccare oltre 60 Paesi in tutto il mondo.