SARA BALDINI
Cronaca

Poggiridenti, Emilia Nobili uccisa dal marito: “Aveva denunciato le violenze, l’ultima l’aveva ritirata. Tradita dalla sua bontà”

L’uomo, di origini marocchine, si era convertito e sposato in chiesa. In passato era finito in prigione e allontanato da casa. Lei lo aveva riaccolto. Sconvolto il centro valtellinese

L’arrivo dei carabinieri. A sinistra l’abitazione di Emilia Nobili, 76 anni

L’arrivo dei carabinieri. A sinistra l’abitazione di Emilia Nobili, 76 anni

Poggiridenti (Sondrio) – Li hanno visti insieme alla fermata del pullman a Poggi Alto, dove abitavano, soltanto alcuni giorni fa. Emilia Nobili, 76 anni che avrebbe compiuto a settembre, l’ultima denuncia nei confronti di quel marito tanto violento l’aveva ritirata da un mesetto. Se l’era “ripreso” addirittura contro il volere di loro figlio Karim, che per tutta riposta se n’è andato di casa.

Nonostante tutto quel che era stata costretta a subire da Mohamet Redami, classe 1960, sposato addirittura in Chiesa perché l’uomo, marocchino e musulmano, si era convertito al cattolicesimo, Emilia non aveva resistito al rimorso di pensarlo per strada, senza un posto dove andare.

L’uomo, finito in passato anche in prigione e già allontanato dalla casa di Poggi Alto - che curiosamente si trova in contrada Nobili, cognome della vittima - era così tornato a vivere sotto lo stesso tetto, senza tuttavia mostrare alcun ravvedimento. Urla e liti non erano infrequenti. Quel che succedeva tra le mura dell’appartamento era quanto di più lontano dal ricordo che l’intero paese ha di Emilia. Insegnante di lettere in pensione, colta, gentile, ottima conversatrice.

“Sono stato sindaco dal 1999 al 2009 e loro erano già insieme – ricorda Flavio Valesini – Lei solare, sempre sorridente, una bravissima persona. Lui… che dire? Lo si vedeva poco, spesso tornava al suo paese, stava via parecchio”. Nessuno sa dire neppure che lavoro facesse, Mohamed. In diversi ricordano un atteggiamento un po’ distante, addirittura arrogante.

In paese nessuno ha voglia di parlare. Meglio, tutti parlano di questo femminicidio d’inizio agosto che suona ancora incredibile, impossibile addirittura da immaginare nonostante fosse noto che Emilia con quell’uomo non avesse certo una vita coniugale invidiabile. Il sindaco Giovanni Piasini si dice invece “senza parole”. Profondamente colpito da questa tragedia, “da questo delitto che ha strappato al paese una persona cara e benvoluta come Emilia, una donna coraggiosa perché aveva anche scelto di denunciare le violenze subite, ma evidentemente troppo buona, perché probabilmente contava in un ravvedimento che non solo non c’è stato da parte del marito, ma che le è costato addirittura la vita”.

Il dispiacere nelle parole del primo cittadino è palpabile, anche perché il delitto riporta Poggiridenti al centro della cronaca nera a neppure due anni dall’omicidio di Davide Conforto, 61 anni, ucciso a coltellate dentro casa propria dal nipote, Luca Michele Iannello. “Avevamo già dato”, commenta Piasini.