
Si è tenuta ieri, nelle sale del convitto "Piazzi" di Sondrio, la cerimonia dell’intitolazione dell’Aula Magna alla memoria di Pietro Nera, noto imprenditore vitivinicolo valtellinese nonché grande ufficiale della Repubblica ed ex vicepresidente di Ascovini Lombardia.
Alla cerimonia, svoltasi in forma contenuta e nel pieno rispetto delle norme anti Covid, hanno preso parte il prefetto di Sondrio Salvatore Rosario Pasquariello, il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Fabio Molinari, il sindaco di Chiuro Tiziano Maffezzini e il rettore del Convitto Gianfranco Bonomi Boseggia, che hanno ricordato la figura di Nera. Fra i presenti anche alcuni membri della famiglia Nera, l’assessore alla Cultura e all’istruzione del Comune di Sondrio Marcella Fratta ed il consigliere regionale Simona Pedrazzi. "Ritengo che questo momento – ha detto il prefetto – sia stato importante per tutta la comunità. Per me è un onore commemorare l’illustre figura dell’imprenditore Pietro Nera che per tutta la sua vita si è distinto in modo brillante sul territorio". Fabio Molinari, dirigente provinciale Ust, ha proseguito nei saluti istituzionali, "la scelta di intitolare spazi scolastici a soggetti che hanno contribuito a rendere il territorio quello che noi oggi conosciamo è un modo per motivare i giovani a conoscere meglio queste persone e quel che hanno fatto per la collettività". Parole di stima nei confronti di Pietro Nera, anche dal rettore del Convitto, Gianfranco Bonomi Boseggia, e dal sindaco di Chiuro, Tiziano Maffezzini. "A nome non solo mio, ma di tutta la comunità di Chiuro, Pietro Nera è stata una figura centrale e di modello. Aveva un contatto umano e una parola per chiunque, conosceva bene la realtà agricola nella nostra valle, ed è stato un pioniere nel suo settore che è stato in grado di sviluppare grazie alla sua lungimiranza e alla sua capacità imprenditoriale". Fra i presenti i familiari Valeria e Angela, Simone e Stefano Nera. "Siamo molto emozionati per la vicinanza dimostrata – ha dichiarato Simone Nera –. La telefonata che abbiamo ricevuto e che annunciava questa intitolazione ci ha fatto molto piacere. Ci auguriamo che i ragazzi che si approcciano all’Istituto agrario lo facciano sempre perché ispirati dalla passione per questo lavoro e dal loro sentimento, come nostro padre ha sempre tenuto a dimostrare". Fulvio D’Eri