Abusi, prete di Chiavenna nei guai

Le vittime sarebbero chierichetti di 13 anni

Vaticano, San Pietro (AFP)

Vaticano, San Pietro (AFP)

Chiavenna, 19 settembre 2019 - Svolta nel caso dei presunti abusi e violenze sessuali nel Preseminario San Pio X in Vaticano, che vede al centro della vicenda un sacerdote oggi 28enne nato a Chiavenna, ma che ha trascorso l’infanzia a Lanzo d’Intelvi per poi trasferirsi a Città del Vaticano per frequentare proprio il preseminario. Si tratta di don Gabriele Martinelli che, quando scoppiò lo scandalo a novembre di due anni fa, grazie prima al libro del giornalista Gianluigi Nuzzi, poi dai servizi di inchiesta della trasmissione «Le Iene», prestava la sua opera a Colorina, presso la Fondazione Don Folci. La sala stampa della Santa Sede nel pomeriggio di martedì ha comunicato ufficialmente la richiesta di rinvio a giudizio sia di Martinelli, con l’accusa di abusi sessuali che sarebbero avvenuti in anni precedenti il 2012, che di don Enrico Radice, rettore del Preseminario all’epoca dei fatti, con l’accusa di favoreggiamento, il tutto in virtù di un apposito provvedimento del Santo Padre del 29 luglio scorso, che ha rimosso la causa di improcedibilità.

A subire gli abusi alcuni chierichetti, all'epoca dei fatti tredicenni. «I presunti fatti furono segnalati nel 2013 e ritenuti infondati nel 2014 dalle autorità ecclesiastiche che espletarono gli accertamenti in merito – precisano dalla Diocesi di Como -. Quando fu ordinato diacono il 29 novembre 2016 e presbitero il 10 giugno 2017, tutte le valutazioni sulla personalità dell'ordinando erano positive e tra la documentazione prodotta non risultava alcun parere negativo, nemmeno da parte di coloro che erano a conoscenza delle accuse rivoltegli anni prima. Quando nel novembre del 2017 sono emersi nuovi elementi, la Diocesi di Como è stata delegata dalla Santa Sede a espletare un’indagine previa. A fronte di nuovi elementi probatori, la decisione di riprendere in mano il fascicolo è stata l’espressione di un’autentica volontà di compiere ogni sforzo per garantire un servizio alla verità, alle persone e alla Chiesa, che potesse garantire sicurezza e protezione a tutti i minori e gli adulti vulnerabili, anche attraverso il riconoscimento di eventuali ritardi od omissioni commessi in passato. Sin dall’emersione dei nuovi rilievi, in via cautelativa don Gabriele Martinelli era stato limitato nell’esercizio del ministero e sospeso dallo svolgimento di attività pastorali coinvolgenti minori e adulti vulnerabili, provvedimento che resta in vigore».