
Una Lecco nascosta sottoterra, sconosciuta ai più. Sono i resti dell’antico castello in riva al lago, costruito nella prima metà del Trecento da Azzone Visconti, il signore di Milano dal 1329 al 1339, quando morì all’età di 37 anni, a cui si deve anche il Ponte vecchio. La fortezza, potenziata anche con postazioni cannoniere, venne poi potenziata pure dagli Sforza, tra la fine del Quattrocento e il secolo successivo. Nel Seicento, al tempo de “I promessi sposi“, il castello era sotto il dominio spagnolo, è citato nella prima pagina capolavoro di Alessandro Manzoni: "Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore di alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli…". L’alloggio del comandante era nell’edificio che attualmente ospita la Biblioteca civica. Dal suo abbandono, il castello è stato più volte riadattato e restaurato per essere trasformato in una villa di residenza. Dell’epoca restano il fossato, il contrafforte esterno, le mura e la zona interna. Sono stati conservati e sono accessibili i camminamenti sotterranei del castello, con le postazioni di guardia, feritoie e il punto di osservazione nella parte più alta da cui ora si ammira, mentre una volta di controllava la cerchia dei monti tutt’attorno a Lecco.
Sabato 13 maggio con i volontari del Fai di Lecco, è possibile visitare il castello e conoscerne la storia, in una vero e proprio viaggio del tempo. Sono previsti due gruppi di visitatori di 26 persone ciascuno. L’appuntamento è nel cortile della Biblioteca civica alle 10 per il primo gruppo, alle 10.30 per il secondo. La visita dura 2 ore. Daniele De Salvo