Casa pagata e testamento a favore. Condannata la giovane “amica”

Circonvenzione d’incapace. Due anni alla donna. accusata di aver raggirato. un sessantenne di Civo

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di Michele Pusterla

Si è invaghito di una marocchina, classe 1971, conosciuta davanti a un negozio di articoli cinesi a Cosio Valtellino, presente all’incontro la figlia minorenne della donna. Quest’ultima, dopo avere attaccato bottone, in lacrime, gli raccontava che il marito l’aveva tradita, che era costretta a dormire con la figlioletta su un pavimento nella casa di una signora cui faceva le pulizie, e che, disperata, aspirava soltanto a morire al più presto.

L’uomo, quasi 60enne di Civo, "in cura perchè affetto da disturbo bipolare dell’umore - spiega il suo legale Giulio Speziale - invalido al 100%, da poco separato, senza figli, soggetto solo e volubile, si lasciava impietosire e, mosso dalla compassione per la storia raccontata dall’imputata, all’uscita dal negozio portava a cena la giovane straniera, Zoubida Hraiba, e la figlia".

Nel giro di un paio di giorni, la signora gli avrebbe proposto di accelerare le pratiche per il divorzio, di sposarsi con lei e di adottare sua figlia la quale già lo chiamava “papà“ e lo ricopriva di attenzioni. Il sessantenne, ormai perdutamente innamorato della nordafricana e credendo di essere ricambiato, acconsentiva alla richiesta di convivenza dell’imputata la quale, tuttavia, si rifiutava di vivere nella casa di proprietà della vittima a Civo, preferendo la città di Morbegno. Il 31 dicembre 2016, il denunciante sottoscriveva un contratto di locazione per un appartamento a Morbegno, versando una caparra di 1.700 euro. Ma in quell’alloggio si trattenne solo un paio di sere, senza mai pernottare. Di fatto ci ha vissuto la Hraiba, a spese di lui. Non solo. Riusciva a convincere il suo “convivente“ a redigere un testamento olografo con il quale egli le lasciava beni di sua proprietà in caso di morte. Riacquistata la lucidità, grazie anche alle cure del Cps di Morbegno e ai consigli del proprio avvocato, Giulio Speziale con studio a Morbegno, interrompeva la relazione e revocava il testamento, dando disdetta al contratto di locazione. Ma poi era costretto a subire una causa civile, con costi, perchè la straniera non lasciava l’appartamento. "Si può ritenere che al momento della stipula del contratto di locazione il paziente era ancora in stato di scompenso - ha affermato la psichiatra Mariella Triangeli in aula, davanti al giudice Francesca Roncarolo -. Solo il mese successivo con la ripresa della terapia farmacologica il paziente ha preso coscienza di quanto fatto mostrando senso critico". La donna - nel processo al termine delle indagini dei carabinieri di Morbegno, coordinate dal procuratore facente funzioni Elvira Antonelli (in udienza Lorenza Bonaldo) - è stata condannata a 2 anni, oltre al risarcimento dei danni con provvisionale di 1.500 euro, per circonvenzione d’incapace.