SUSANNA ZAMBON
Cronaca

Sondrio, cannabis-light: ipotesi spaccio

La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo sui distributori: quel tipo di sostanza non è commercializzabile

Un cliente si rifornisce al distributore nel locale attiguo alla stazione ferroviaria

Sondrio, 27 gennaio 2020 - Non solo vendevano bustine di inflorescenze di cannabis light attraverso un distributore automatico a cui tutti potevano avere accesso, minorenni compresi, ma non avrebbero potuto nemmeno commercializzarla. È per questo motivo che la Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo: l’ipotesi di reato è spaccio di sostanze stupefacenti, i nomi iscritti sono quelli dei due proprietari dell’attività commerciale davanti alla stazione del capoluogo valtellinese, all’interno del quale si trovano alcuni distributori automatici aperti 24 ore su 24 che vendono panini, snack, bibite, ma anche preservativi e fazzoletti di carta.

Ma anche, almeno fino a sabato mattina, anche tre diversi tipi di inflorescenze di cannabis light, da uno e due grammi, dal costo rispettivamente di 10 e 18 euro. Proprio sabato mattina i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Sondrio hanno sequestrato una quarantina di bustine, tutte quelle presenti all’interno delle macchinette.

Un intervento arrivato dopo segnalazioni di alcuni genitori preoccupati per la facilità di accesso alla sostanza da parte dei figli minorenni, e dopo l’articolo pubblicato proprio da “Il Giorno“ - primi a denunciare la presenza della cannabis light nei distributori - hanno sequestrato una quarantina di bustine, tutte quelle presenti all’interno delle macchinette.

Un sequestro, però, che non è legato al fatto che le confezioni fossero a disposizione di tutti, anche dei minorenni, mancando la possibilità di inserire la tessera sanitaria per dimostrare di avere almeno 18 anni, come accade per i distributori automatici di sigarette. "Questa è un aggravante semmai – spiega il tenente colonnello Rocco Taurasi -. Il punto, però, è che i derivati della cannabis light non si possono commerciare". Su questo è necessario fare un passo indietro e tornare a due anni fa.

Sfruttando una “zona d’ombra“ nella legislazione in materia, sono nati in tutta Italia, e anche in provincia di Sondrio, negozi che, partendo dalla produzione della canapa, commercializzavano i derivati della cannabis light, inflorescenze, oli, ma anche creme, tisane, e chi più ne ha più ne metta. Il tutto partendo dal presupposto, però, che la sostanza non doveva avere un Thc (il principio attivo contenuto nell’“erba“) ridotto, meno dello 0,6%.

A luglio, però, la Corte di Cassazione ha cambiato la situazione: la vendita di infiorescenze (e di tutto ciò che può essere assunto) è illegale anche se prive di effetto drogante. "Abbiamo quindi iniziato a informare i titolari di negozi che si occupavano di questo settore, chiedendo di mettersi in regola – prosegue Taurasi -. E così hanno fatto: in valle non si trovano più i prodotti vietati negli shop nati qualche anno fa".

Quelle bustine presenti nei distributori automatici sono rimaste nascoste tra bibite e preservativi. Almeno fino a sabato, quando i militari dell’Arma hanno sequestrato tutte le confezioni, già sottoposte ad un primo esame e che ora verranno inviate fuori provincia per un’analisi più approfondita delle caratteristiche della cannabis. E anche se, come sembra, verrà confermato che il Thc della sostanza è decisamente basso, i proprietari dello shop aperto 24 ore su 24 rischiano, comunque, l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti.