Brescia, un mappamondo rivela le sue origini romane

BRESCIA Un mappamondo in acciaio del diametro 4 metri, da cui sono cancellate le acque, i nomi delle nazioni e delle...

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Un mappamondo in acciaio del diametro 4 metri, da cui sono cancellate le acque, i nomi delle nazioni e delle città, ad eccezione di Brixia. Si chiama ‘Mondo d’acciaio’ l’opera di Emilio Isgrò che da oggi è visibile nel Parco delle Sculture del Viridarium nel Museo di Santa Giulia di Brescia.

Prodotta grazie al know-how ingegneristico di Feralpi Group, nell’ambito di un innovativo progetto di mecenatismo culturale dell’azienda di Lonato del Garda a beneficio della Fondazione Brescia Musei e della città, l’opera è stata donata a Brescia dall’artista stesso insieme a Feralpi Group. Riproduce il globo terracqueo fissato al terreno mediante l’asse terrestre, dal quale si dirama la rete dei paralleli e dei meridiani. Sulle superfici opache che delimitano le terre emerse e i vari continenti, Isgrò è intervenuto cancellando i nomi delle nazioni e delle città, a esclusione di Brixia.

Una scelta che non solo pone l’accento sulle origini romane di Brescia, ma sottolinea anche quanto le sue radici latine siano state di vitale importanza negli sviluppi della sua storia urbanistica culturale e continuino a essere un punto di riferimento e di forte valenza civile per l’intero territorio. "Mondo d’acciao corona appieno il lavoro di una Fondazione il cui primo obiettivo è tutelare e arricchire il patrimonio culturale e artistico cittadino", è il commento di Francesca Bazoli, presidente Fondazione Brescia Musei. Per Giovanni Pasini, consigliere delegato di Feralpi Group, "l’opera avvalora la simbiosi esistente tra Brescia città d’arte e Brescia città d’industria". "Un lavoro – conclude la sindaca di Brescia, Laura Castelletti - che rappresenta una traccia indelebile della straordinaria avventura di Capitale italiana della Cultura".

Federica Pacella