Rigamonti bresaole al raddoppio

La produzione aumenterà nei prossimi cinque anni puntando anche sulla carne piemontese

L’ad di Rigamonti, Claudio Palladi

L’ad di Rigamonti, Claudio Palladi

Montagna (Sondrio) - Non subisce la moda e soprattutto non conosce crisi la bresaola, come il Gruppo Rigamonti che dopo aver chiuso il 2020 con un fatturato di 135 milioni di euro, il 7% in più rispetto al 2019, annuncia un raddoppio della produzione nei prossimi 5 anni grazie a un investimento di 35 milioni di euro. Oltre alla bresaola Gruppo Rigamonti, insieme a Brianza Salumi, punta alla diversificazione della propria produzione puntando su qualità totale, filiere certificate e diversificazione di gamma. Il primo passo è la "Carta delle bresaole", un vademecum dedicato ai consumatori, per scoprire tutto su origine, gusto, caratteristiche delle carni in base alle razze del prodotto che si porta in tavola. "E’ fondamentale non demonizzare la provenienza estera della materia prima – spiega Claudio Palladi, amministratore delegato di Rigamonti - I quantitativi di carne italiana destinati alla bresaola, oggi pari a 700 tonnellate di cui 500 acquistate da Rigamonti, non saranno mai in grado di soddisfare l’intero mercato. Senza la materia prima estera non esisterebbe la bresaola. Quello che conta è il percorso di qualità totale intrapreso nella selezione della carne estera, nella scelta di fornitori certificati, unito alla ferma volontà di proseguire nella valorizzazione delle razze italiane. Questi due concetti non sono in antitesi ma vanno di pari passo".

L’azienda ha introdotto per le sue fazendas in Brasile il controllo di filiera certificato CSQA per l’allevato pascolo e all’aperto, che nel 2020 ha registrato un +10%. "Siamo gli unici a produrre in accordo con Coldiretti la bresaola da filiera 100% italiana con animali nati, allevati, macellati e lavorati in Italia: una nicchia cresciuta del 20% nell’ultimo anno ma che può e deve crescere ancora – prosegue Palladi - Oggi lavoriamo 500 tonnellate di carne italiana, pari al 4% della nostra produzione, ma sono convinto che grazie alla sinergia avviata con Coldiretti sarà possibile superare le mille tonnellate. Tra le novità a cui stiamo lavorando c’è anche la valorizzazione della filiera della Fassona Piemontese, che arriverà sul mercato entro fine anno. Con la messa a regime di questa filiera entro il 2023 arriveremo a preparare con carne italiana il 10% delle 60mila bresaole da noi prodotte ogni settimana". Roberto Canali