Chiuro, strangolava i cinghiali: preso bracconiere

Trovate reti con cappi e trappole: denunciato agricoltore

 I militari le hanno trovate nell’area boschiva di Castionetto

I militari le hanno trovate nell’area boschiva di Castionetto

Chiuro, 23 gennaio 2018 - Creava delle vere e proprie trappole, con tanto di cappi, per catturate gli ungulati, che poi abbatteva incurante dei tempi previsti per la caccia, anche dopo il periodo in cui è concessa quella agli animali di grossa taglia. Continuano i controlli da parte dei carabinieri della Stazione di Ponte in Valtellina per dissuadere i cacciatori illegali, e questa volta i militari hanno denunciato un agricoltore 60enne di Chiuro, che, pur essendo in possesso di regolare licenza di caccia, si dedicava all’attività anche con mezzi non consentiti. I militari, alla vigilia di Natale, hanno trovato nell’area boschiva di Castionetto di Chiuro, conosciuta come una zona popolosa di ungulati, un cappio metallico, spesso utilizzato per la caccia illegale.

I carabinieri hanno ricostruito la tecnica utilizzata dal bracconiere, che aveva predisposto, creando un’apertura in una vecchia recinzione, un passaggio obbligato per gli animali e, proprio là, aveva collocato il dispositivo. L’animale costretto nel passaggio, rimaneva incastrato con il collo nel cappio che, legato nella sua estremità, guinzagliava l’animale. «Le attività di polizia svolte hanno permesso di individuare il bracconiere e di richiedere nei suoi confronti una perquisizione domiciliare – spiega il capitano Serena Galvagno, comandante della Compagnia carabinieri di Sondrio -. L’attività ha permesso di rinvenire sei lacci identici e, nei pressi di una legnaia, non lontano dal luogo dove venivano predisposte le trappole, anche circa 20 cartucce adatte per l’abbattimento di animali di grossa taglia pronte nel caso in cui si fosse improvvisamente imbattuto in un ungulato anche oltre il 31 dicembre, giorno in cui si concludeva la caccia agli animali di grossa taglia».

Il bracconiere è stato quindi denunciato per caccia con mezzi non consentiti e omessa custodia di armi e munizioni in quanto non custoditi in modo idoneo. Le armi regolarmente detenute sono state cautelarmene ritirate poiché, alla luce del suo comportamento, si ritengono venuti meno i requisiti morali per il possesso della licenza di caccia. Il suo porto d’armi è stato ritirato e l’uomo è stato segnalato a Prefettura e Questura di Sondrio per la valutazione di un’eventuale revoca dello stesso. «I carabinieri sono dalla parte del cittadino, e anche degli animali» conclude il capitano Galvagno.