Sondrio, salvano Bambi e poi lo adottano: "Aiutateci, vogliono portarcelo via"

Il cucciolo ora è un cervo adulto che vive in simbiosi con la famiglia di Giovanni Del Zoppo. Ma nella stalla arrivano gli agenti: non potete tenerlo

Giovanni Del Zoppo abbraccia Bambi il giovane cervo

Giovanni Del Zoppo abbraccia Bambi il giovane cervo

Chiesa Valmalenco (Sondrio) , 19 agosto 2022 - ​La famiglia adottiva di Bambi, il piccolo cerbiatto “raccolto“ nei boschi della Valmalenco appena nato, poco più di due anni fa, ora è disperata. Nella loro casa in sasso e legno, che sorge a 1.300 metri di quota accanto alla stalla, è arrivata la polizia provinciale di Sondrio. Qualcuno, in questo luogo vicino alla strada che d’inverno porta gli amanti dello sci sulle piste del comprensorio di Chiesa in Valmalenco-Palù e d’estate frotte di escursionisti lungo i sentieri di montagna, deve avere visto e segnalato. La fauna selvatica - come prevedono le norme per la tutela delle specie non domestiche - non può essere ridotta in cattività.

"Avete un cervo e non potete tenerlo", hanno detto gli agenti a Giovanni Del Zoppo, 58 anni cavatore per mestiere e allevatore di ovini per vocazione, con il figlio trentenne Nicola. "Nel giugno di due anni fa – racconta il capofamiglia che, a fatica, trattiene le lacrime perché ancora scosso – durante una passeggiata nel bosco della Val Rosera, qui vicino, ho trovato il piccolino, in mezzo all’erba, quasi del tutto nascosto. Non l’ho toccato e ho accuratamente tenuto al guinzaglio i cani, affinché non si avvicinassero e lo spaventassero. Ho pensato fra me: “Tornerà, fra poco, la mamma a riprenderselo“. E mi sono allontanato, decidendo di fare un nuovo sopralluogo alcune ore più tardi. E il cerbiatto, quando sono tornato in quel punto, era esattamente dove l’avevo lasciato. Solo, abbandonato, impaurito. A quel punto l’ho portato a casa. E gli ho salvato la vita, all’inizio allattandolo con il biberon con il latte delle caprette che mia figlia Sara alleva nell’azienda agricola a conduzione familiare. Poi, man mano che cresceva, gli abbiamo dato fieno, piccoli e morbidi rametti delle piante, le mele".

"Gli agenti – aggiunge il figlio Nicola – ci hanno anticipato che torneranno a riprenderselo a settembre. Se dovesse scappare ci hanno detto di avvisarli subito, ma siamo certi che non accadrà. Intanto lo lasciano qui in custodia giudiziale. Lo hanno trovato in ottime condizioni di salute, loro e il veterinario che l’ha visitato. Perché portarcelo via ? Mio padre sta tanto soffrendo per questo. Lo abbiamo cresciuto noi...".

E papà Giovanni : "Le mie nipotine, Caterina, che oggi ha 3 anni, e Carlotta di otto, si sono tanto affezionate all’animale che, nel frattempo, è diventato anche un’attrazione per i tanti turisti di passaggio. Come l’ho chiamato? Semplicemente Bambi. A volte lo lasciamo pascolare nel recinto con le capre. Mia figlia Sara, di 33 anni, ne alleva 70. Alle guardie ho detto: “Lo avete trovato in ottimo stato, lo nutriamo bene, lo curiamo. Perché, il prossimo mese, ce lo volete portare via? Non lo ritengo giusto“. Anche mia moglie Barbara se lo domanda. Le bimbe lo coccolano, si fanno dare i bacetti, ovviamente a loro non abbiamo detto che presto potrebbero perdere per sempre il loro adorato “fratellino“...".