Bagolino, in scena una festa risalente al 1518

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BAGOLINO (Brescia)

È iniziato ieri poco dopo l’alba uno dei carnevali folcloristici più famosi d’Italia: quello di Bagolino, in alta Valle Sabbia. A dare l’avvio alla festa, che ha forti connotazioni religiose e pagane è stata la Messa delle 6.30, in cui erano presenti tutti i partecipanti della festa bagossa e tanti visitatori. Gli abitanti indossavano le maschere tradizionali, quelle dei "balarì" e dei "mascher", consentite solo a chi è del posto. Alle 8 si è svolta la prima danza, dedicata al prevosto. Messe in scena, balli e i tipici "dispetti" bonari dei partecipanti sono continuati fino a notte. Riprenderanno questa mattina alle otto e mezzo fino a quando nel pomeriggio si svolgerà l’“Ariosa“: una particolare danza che concluderà la festa. Ma come mai le maschere di Bagolino sono così diverse da quelle dei carnevali bresciani e lombardi? Perché le loro origini risalgono alla notte dei tempi. Sono tramandate di padre in figlio, non si vendono, non si comprano, sono rigorosamente artigianali e nel caso dei "balarì" molto preziose, sia per via dei tessuti pregiati, sia perché molti sono addobbati con l’"oro di famiglia". I "balari" sono coloro che conoscono passi e figure della tradizione e che si muovono al suono dei violini e altri strumenti antichi. I “mascher“ sono invece le persone che rappresentano la tradizione contadina. Il “mascher uomo“ indossa il “ceviöl“: un completo di fustagno con un gilet, mentre il “mascher donna“ porta il “guarnèl“: una gonna ampia a righe, corpetto aderente, camicia bianca e un fazzoletto a fiori sulle spalle. Le donne nubili usano calze bianche, le sposate le mettono rosse e le anziane viola. Ma da dove arriva il coloratissimo carnevale coi suoi costumi? Il primo documento risale al 1518 e dice che il Comune aveva disposto che la compagnia di Laveno, arrivata a Bagolino per animare la festa che precede la Quaresima, fosse ripagata con formaggio. Altro carnevale ugualmente bello oggi a Erbusco, padrone di casa Re Gnocco. Mi.Pr.